Ormai da diverso tempo sto affermando che, secondo il mio parere, la strategia migliore per l’investitore è quella di alleggerire sui recuperi dei mercati azionari e non quella di acquistare sulla debolezza.

Per il Ftse Mib, si indicò area 19.300 come potenziale target del recupero avviatosi a metà Febbraio ed area 18.900 come uno degli obiettivi del rally avviatosi ad inizio Aprile, soglie dalle quali effettivamente sono scattate le vendite.

La strategia resta invariata, per cui, utile ricercare le aree di resistenza e non tanto quelle di supporto (trader a parte).

Ora, facciamo un passo avanti nel nostro percorso.

Nell’ambito finanziario la certezza più grande è proprio quella che nulla è certo.

Chi non ne è consapevole, ha perso in partenza.

Gli scenari potenziali sono infiniti e nessuno al mondo conosce il futuro dei mercati.

Pertanto, esclusa la possibilità di prevedere con certezza i mercati, l’obiettivo di chi fa analisi diventa quello di identificare lo scenario (o gli scenari) più probabile e costruire su di esso la strategia operativa (ovviamente tenendo conto della possibilità che lo stesso non si avveri).

Da qualche mese s’è indicato tra le ipotesi probabili quella che implica per i mercati azionari sviluppati minimi inferiori rispetto a quelli visti a metà Febbraio.

Nessuno ha la certezza che tale scenario si concretizzerà ma, considerandolo probabile, si ritiene finanziariamente corretto osservare un comportamento prudente e, se necessario, modificarlo strada facendo.

In un recente articolo (“Mercati azionari: riassumiamo”) ho riepilogato gli elementi (grafici e non) di allerta.

Oggi, sarà dato ancor maggior spessore a questi inviti alla prudenza.

I trend primari degli indici azionari dell’Area Euro sono tutti ribassisti (laterale quello americano).

Un trend primario ribassista è una sequenza di massimi e minimi decrescenti in corso da almeno un anno.

La storia insegna che un trend primario ribassista è una tendenza solida, la cui inversione è difficile e necessita di una situazione di panico da esaurimento e/o di un importante market mover in grado di stravolgere in positivo quel che è l’impostazione negativa.

Grafico comparato di lungo termine FTSE MIB – VSTOXX (indice volatilità Eurostoxx):

FTSE MIB - VSTOXX

FTSE MIB – VSTOXX

Si osservino 3 trend primari ribassisti la cui parte terminale ha coinciso o è stata preceduta di qualche mese da picchi di volatilità che descrivono panico.

Il VSTOXX attualmente si trova su valori (25%) nettamente inferiori a quei picchi.

Pertanto, manca il primo elemento che ha caratterizzato le inversioni dei precedenti trend primari ribassisti.

Inoltre, al momento è assente anche un market mover di rilievo in grado di spostare gli equilibri a favore di un rialzo duraturo.

Nel 2009, per esempio, fu il QE1 a spingere al rialzo la borsa americana e con essa le altre, mentre nel 2012 furono le parole di Draghi a favorire una decisa inversione.

Al momento, invece, non abbiamo un market mover in grado di trainare i mercati (va ricordato che le Banche Centrali hanno già raschiato il barile).

Sono invece presenti pericolose bombe inesplose o non completamente esplose o pronte a riesplodere (margin debt, settore bancario europeo, Grecia, debolezza economica) mentre, in occasione delle precedenti inversioni, le bombe avevano già prodotto i propri effetti.

In buona sostanza, è assente sia il panico che un potenziale market mover rialzista.

Ripeto, nessuno può prevedere il futuro con certezza, men che meno il sottoscritto, ma la storia si può leggere e nel farlo, emerge un chiaro invito alla prudenza.

La filosofia di questo blog è sempre stata ed è tuttora quella di preferire arrivare con qualche minuto di ritardo piuttosto che azzardare un sorpasso in curva.

Riccardo Fracasso

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13 Responses to Mercati azionari: manca il panico

  1. Cris ha detto:

    Buongiorno Riccardo, in effetti comparando le due analisi le probabilità che il peggio deve ancora arrivare è altissimo buona giornata

    • RICCARDO FRACASSO ha detto:

      Ciao,
      è elevata ma ciò non esclude che il peggio possa essere anticipato da una fase volatile in grado di portare l’indice anche a livelli superiori ai 19.300.
      Buona giornata.
      Riccardo

      • Cris ha detto:

        Questa continua volatilità o pressione dei mercati sulle banche non potrebbe portare ad una notizia shock nel prossimo futuro attraverso l’acquisto da parte della BCE di parte di npl ? Difficile perché sarebbe aiuto di stato evidente e poi chissà la Germania e i paesi del nord… ma altri maker mover alternativi o importanti non ne vedo buona giornata

        • RICCARDO FRACASSO ha detto:

          Si non è previsto dal regolamento, a meno che non si trovi una soluzione in grado di aggirare tale regolamento ma, come hai detto tu, poi ci sarebbe il rischio che la Germania si mettesse di traverso.
          Ad ogni modo vedremo strada facendo.
          Riccardo

  2. Barocelli Robertino ha detto:

    Ciao Riccardo
    seguo sempre con molto interesse le tue analisi anche se talvolta non le condivido ma riconosco le tue grandi capacità. Non voglio farla troppo lunga ma credo che ipotizzare cali addirittura inferiori ai minimi di febbraio non trovi sviluppo logico e analitico. Presupporre cali inferiori significa avvalorare più o meno l’ipotesi che ci troviamo nella stessa situazione post lehmann e questo mio modesto avviso non trova appiglio, nessun appiglio. Di strada ne dobbiamo percorrere tantissima, borsisticamente parlando, ma certamente si sono fatti passi enormi dopo il crac Lehmann e pronosticare con una certa probabilità che potremmo arrivare, forse, anche a quei livelli è come dire che siamo ancora al punto di partenza. Io penso che avremo minimi crescenti dal febbraio con una costruzione di pattern conosciuto, certo ci vorrà tempo, bisognerà tirare a campare per qualche settimana tanto per uscire dal mese delle trimestrali e dal referendum Brexit. Credo che molto lentamente si stia costruendo un movimento per arrivare a livelli più consoni al reale livello del Mib (21k/22k), il nostr listino rispetto ai concorrenti UE è quello più in ritardo nonostante ci siano dati economici talvolta migliori della Germania. Basta guardare i dati delle banche italiane e si scopre quanto siano volutamente e perniciosamente sottovalutate (MPS docet, proprio ieri i dati), non sono un dietrologo e non mi piacciono i complotti, ma mi viene da pensare che certe quotazioni serviranno in futuro per rendere appetibili le nostre banche a qualche gruppo estero. Da ultimo non penso proprio che la BCE abbia raschiato il barile, a partire dall’affaire Grecia fino ad oggi, il problema è sempre stato solamente di origine politica, di governance, di equilibri di potere tra le diverse banche centrali, altrimenti la BCE avrebbe ancora immense possibilità di agire e non parlo certamente di tassi negativi. Con profonda stima ti saluto
    Roberto

    • RICCARDO FRACASSO ha detto:

      Ciao Roberto e grazie per l’interesse e per i complimenti.

      Non escludo in alcun modo che prima di un eventuale crollo si possa assistere ad un ulteriore slancio rialzista, ma ciò si inquadrerebbe benissimo in uno scenario di bullish trap.
      Nelle varie analisi si sono elencati diversi elementi (di natura grafica e non) a supporto di un’ipotesi molto negativa … ben più di qualche semplice ‘appiglio’.
      Per cui, l’ipotesi (per quanto non ha ovviamente certezza) è piuttosto solida.
      La BCE ha portato i tassi a zero, sta attuando il QE (impensabile fino a pochi anni fa) … mi sembra andare contro la realtà affermare che essa (e con essa le altre Banche Centrali) non stia raschiando il barile.
      I tassi a zero non hanno un precedente storico né negli USA né in Europa.
      I QE rappresentano un intervento speciale, non la normalità.

      Ora, veniamo al confronto col passato.
      Alcune singole rilevazioni possono essere migliori rispetto alla Germania, ma questo è successo persino per la Grecia, che non gode di una situazione economica brillante.
      E’ del tutto fisiologico visto che veniamo da anni molto pesanti, ma se si fa un confronto col passato (e non di trimestre in trimestre), i numeri illustrano l’Italia come un Paese economicamente molto più debole.
      Stiamo parlando di un Pil che dai massimi ha perso circa il 10% (è tantissimo), con un debito ed una disoccupazione elevatissima e sempre sul filo di uno scenario deflazionistico che di certo non è caratteristico di una ripresa solida.
      Sotto alcuni aspetti, stiamo peggio rispetto al passato.
      Dal 2012 è stata posta una importante toppa al rischio emittente Paese, ma è emerso e sta emergendo sempre più il rischio emittente Banche il che, non è meno preoccupante.

      Ma il problema è che, se si vuol fare un confronto col passato, e prendiamo invece in esame la borsa americana, essa si è triplicata rispetto ai minimi di Marzo 2009.
      Rialzo giustificato?
      Ammesso e non concesso lo sia, ipotizzare una correzione anche solo in grado di arrivare al primo livello significativo di Fibonacci (38,2%) non è poi così assurdo (tutti i mercati salgono a strappi).
      Nel caso in cui tale correzione dovesse effettivamente concretizzarsi (e la lettura volumetrica del range laterale avvalora tale tesi), le probabilità che il nostro listino accusi un calo almeno pari (ma questo è davvero ottimistico) sono davvero elevate.
      Il nostro listino è quello più in ritardo ed io stesso ho evidenziato tale aspetto attraverso l’analisi del rapporto capitalizzazione di borse e PIL dei rispettivi Paesi.
      Tuttavia, come ho avuto già modo di sottolinearti, ciò non significa in alcun modo che quel ritardo sia recuperato in tempi stretti, e nemmeno che lo stesso non possa essere preceduto da un crollo.

      Riccardo

  3. alessandro de rosa ha detto:

    LINEARE, CHIARO
    avrei optato per un TEST alla ZONA nevrelgica a 20200….poi il BARATRO

    • RICCARDO FRACASSO ha detto:

      Ciao Alessandro,
      non è escludibile che nei prossimi mesi si possa giungere a livelli superiori ai recenti massimi.
      Riccardo

  4. Graziano ha detto:

    Buongiorno Riccardo.
    Mi sa che anche se fanno saltare o detonare ste bombe le mani forti continueranno a manipolare il mercato al fine di lasciarci solo qualche bricciola.

    • RICCARDO FRACASSO ha detto:

      Ciao Graziano,
      quel che scriverò riguarda più che altro gli investitori (non i trader).
      L’importante è capire (non che sia facile) le intenzioni della mano primaria e mettersi dalla stessa parte, che solitamente è opposta a quella del resto del mercato.
      Se si riesce in questo, innanzitutto si evita di pagare il conto alle mani forti e poi, al momento opportuno, si raccoglie molto più di qualche briciola.
      Purtroppo, spesso non si ha pazienza, si ha (comprensibilmente) fretta di guadagnare, ma ciò porta al timore di perdere i treni e non il denaro.
      Nessuno è infallibile, nemmeno i grandi investitori, ad ogni modo, essi sbagliano di meno e lo fanno perché intervengono solo quando il quadro è realmente chiaro.
      Per loro far soldi non è una necessità, e ciò gli consente di essere pazienti.
      C’è inoltre da dire che, come più volte sottolineato, le forme d’investimento non sono certamente concentrate in uno o due indici azionari, l’universo è ben più ampio ed anche questo è un aspetto ben conosciuto dai grandi investitori, a differenza dell’investitore medio.
      Riccardo

  5. Cris ha detto:

    Condivido le analisi ma effettivamente una capitalizzazione delle nostre banche a prezzi di saldo o di pre-fallimento non potranno che fare gola a che decide ogni giorno le sorti del nostro mib e chi sono? gli americani che con il nostro mib si divertono a fare trading creando volatilità pazzesche, viceversa con il loro indice, a parte storni contenuti nell’ordine del 10% , lo sostengono mica sono scemi buona giornata

  6. Barocelli Robertino ha detto:

    Buonasera
    non vorrei abusare troppo della benevolenza di riccardo nel pubblicare le mie esternazioni ma vorrei puntualizzare una questione trattata questa mattina qualche post fa. Con riferimento alla seguente risposta di Riccardo:

    “Ciao Alessandro,
    non è escludibile che nei prossimi mesi si possa giungere a livelli superiori ai recenti massimi.
    Riccardo”

    Quando contesto nel medio periodo delle view troppo pessimistiche (12k di MIB) non è automatico che penso si debba andare dritti a 43k di MIB…penso comunque che esista una via di mezzo “medio-bassa” che identifica un range piuttosto stabile che passa dai 20500pt a 23900pt, range in cui il MIB potrebbe stare ingabbiato per diversi mesi. Chiaramente non è possibile esporre la mia teoria con supporti grafici o macro, ma credo comunque che il paniere del MIB40 possa esprimere tranquillamente già da ora un supporto sulla MM200 settimane che a mio avviso gli spetterebbe . I recenti avvenimenti hanno fatto sì che l’estensione ribassista si estendesse fino a 15773pt, livello assurdo sotto ogni punto di vista. Ma il mercato ha sempre ragione…ringrazio nuovamente Riccardo per la pazienza dimostrata e bravura.

    • RICCARDO FRACASSO ha detto:

      Hai fatto bene a precisare la tua visione Roberto.
      Se si considera il range laterale 12.300-24.500 entro il quale il nostro Ftse Mib si muove da ben 7 anni (quindi un range piuttosto consolidato), l’area che hai citato non rappresenta una via di mezza ma si colloca nella parte superiore.
      Peraltro, non escludo che questo range pluriennale rappresenti una lunghissima fase accumulativa, ma ciò non elimina l’ipotesi di un ritorno verso la parte inferiore di tale range (se non addirittura una falsa rottura), prima di romperlo convintamente verso l’alto.
      Non conosco le considerazioni grafiche che ti portano ad ipotizzare prezzi ingabbiati per qualche mese all’interno di area 20.500-23.900 e non so in base a quali elementi tu sostieni che 15.773 rappresenti un livello assurdo.
      Ad ogni modo, nulla è escludibile.
      Nella risposta ad Alessandro, io non escludevo un massimo superiore a 19.200 punti ma, semmai dovesse effettivamente esserci un allungo, non prevedo chissà quali target, attualmente non ne vedo le condizioni.

      Una delle conquiste più difficili per chi fa analisi è quella di esaminare in modo obiettivo il quadro che si presenta, senza pregiudizi.
      Richiede un comportamento innaturale, perché è nella natura dell’uomo ricercare gli elementi che avvalorano la propria opinione (o, ancor più, eventuali posizioni in portafoglio) e sottovalutare gli aspetti contrari.
      Personalmente ho impiegato diverso tempo per raggiungere tale traguardo e la strada che ho percorso è stata quella di verificare la presenza di conferme alla visione ma ancor più di ricercare gli elementi contrari, metterla in discussione e, se anche a quel punto, la mia opinione resta solida, allora ha buone possibilità di avverarsi.
      Io non discuto le motivazioni che ti hanno spinto a prendere una posizione rialzista quest’inverno … pure io, a metà dicembre ero piuttosto positivo e, resto convinto vi fossero motivi validi per esserlo.
      Tuttavia, lo scenario da allora è cambiato, in primis nel senso del trend primario (aspetto importantissimo) ma non solo, e ho dovuto prenderne atto.
      Altrimenti si finisce senza accorgersi per aggrapparsi alla speranza (ed a quel punto si ha già perso), ed assegnar maggiore rilevanza a singoli dati (tipo MPS) e non al quadro di fondo, o ad affermare che le ultime parole della Yellen non sono preoccupanti quando invece implicano un nemmeno troppo velato messaggio di allarme.
      Credimi, il mio è un consiglio (non una critica) che mi sento di farti per esperienza personale.
      Riccardo

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