S&P 500: settimana invariata
Lo S&P 500 ha chiuso la seduta a 2.141 punti, registrando un -0,01%.
Il bilancio settimanale è pari ad un +0,38%.
Grafico:
La settimana appena conclusa prolunga quel che è la fase di congestione in cui prezzi si trovano da quando, a metà Luglio, hanno superato l’estremo superiore del range laterale 1.820-2.130.
Non me ne vogliano i lettori di più vecchia data o, semplicemente, quelli che leggono Finanza e Dintorni con maggior attenzione, ma ci tengo a ribadire due concetti fondamentali più volte espressi:
- nessuno di noi conosce il futuro con certezza, per cui, lo scopo di un’analisi è ‘semplicemente’ quella di individuare uno scenario probabile e, in coerenza col proprio profilo, stabilire una strategia da seguire;
- qualsiasi scenario proposto, come scritto nel check up, rappresenta “una ipotesi da monitorare step by step ed eventualmente modificare strada facendo (da seguire le analisi settimanali). L’utilità di disporre di uno scenario di riferimento è quella di avere una guida che, però, diventa persino controproducente nel caso in cui non la si consideri con quell’indispensabile elasticità che consente, se necessario, di modificare la strategia senza irrigidirsi eccessivamente sulle proprie convinzioni di partenza.”.
Ciò premesso, le ipotesi post-congestione sono infinite ma potrebbero essere, come già spiegato in svariate occasioni, sintetizzate in due:
- conferma di rottura rialzista con deciso allungo;
- falsa rottura con forti vendite.
La concentrazione dei volumi nella parte superiore del range laterale e l’accumulazione di volumi nei pressi dell’area intorno al pivot annuale R1 (2.162 punti) sono elementi che suggeriscono una distribuzione da parte della mano primaria.
Ovviamente, ripeto, nessuno può escludere con certezza ipotesi contrarie ma, in presenza di questi indizi, assegno maggiori probabilità al secondo scenario.
Ad ogni modo, attualmente abbiamo in mano degli indizi, ma quel che manca è un segnale concreto.
Un primo importante segnale ribassista concreto sarebbe rappresentato dalla rottura dell’area di supporto 2.120 punti (che di fatto implicherebbe un rientro nel range 1.820-2.130 punti).
D’altro canto, il superamento della trendline di massimi decrescenti costituirebbe, più che un segnale rialzista, il venir meno di una tendenza ribassista; il vero segnale rialzista s’avrà, invece, con un nuovo massimo graficamente ben visibile.
Ampiamente preferibile che eventuali segnali siano confermati almeno con una chiusura settimanale.
Ma, al di là di qualsivoglia considerazione grafica, personalmente ritengo che il contesto sia tale che perdere un’eventuale allungo per l’investitore non andrebbe vissuto come un dramma.
Riccardo Fracasso
4 Responses to S&P 500: settimana invariata
Archivi
Ultimi Articoli
- Trump vince le elezioni
- Avena: analisi grafica
- Ftse Mib: analisi grafica
- Check up: nuova pubblicazione
- S&P 500: analisi grafica
- Cina: una settimana importante
- FED: ecco il primo taglio
- Oro: analisi grafica
- BTP: aggiornamento grafico
- S&P 500: analisi grafica
- Euro/dollaro: aggiornamento
- Check up: nuova pubblicazione
- VIX: analisi grafica
- Mercati: qualche conferma, attendendone altre
- Nikkey: crollo graficamente significativo?
Buongiorno,
oltre l’analisi tecnica ci sono anche altri fattori che condizionano i mercati azionari:
La FED per i tassi d’interesse
la crescita economica
la crescita degli utili
le elezioni presidenziali in America.
In particolare quest’ultimo elemento ha delle statistiche di svariati decenni in cui l’anno presidenziale e’ in genere positivo per il partito al governo. Per cui se verra’ eletta la Clinton i mercati azionari saranno positivi, se vince Trump e’ veramente un’incognita… probabilmente ci sarà una discesa dei mercati.
Lei che ne pensa?
Saluti
Marco
Ciao Marco,
concordo che la vittoria dell’opposizione (a maggior ragione se si chiama Trump) implichi maggiori incognite che possono non esser digerite dal mercato.
Tuttavia, al di là della statistica, che andrebbe approfondita, ritengo che qualsiasi esito delle elezioni non rappresenti un evento in grado di stravolgere quel che è la direzione che già da tempo è nei piani della mano primaria, rialzista o ribassista che sia.
A mio avviso i due principali market mover di questi mesi sono rappresentati dallo sviluppo del margin debt e dalle notizie provenienti dal settore bancario, il che non significa sottovalutare gli altri aspetti (per esempio i tassi di interesse, peraltro interconnessi con la crescita economica).
Saluti.
Riccardo
Ciao Riccardo.
Hai fatto benissimo a ribadire i tuoi preziosissimi concetti
fondamentali, mi raccomando continua cosi che vai fortissimo.
Graziano
Grazie, ciao.
Riccardo