Il Ftse Mib ha chiuso la seduta a 21.492 punti, registrando un -0,14%.
Il bilancio settimanale è pari ad un +2,27%, a fronte di un settore bancario la cui sottoperformance (-0,34%), pur non rappresentando un segnale concreto ribassista, costituisce un elemento d’allerta.
Grafico del listino azionario:
Da una parte resta intatta la sequenza di massimi e minimi crescenti (tipica di una tendenza rialzista), dall’altra, la violazione della scorsa settimana, seppur molto lieve e temporanea, del punto di controllo (minimi di Giugno) lascia supporre che per molti investitori siano scattati gli stop e che il rialzo in corso da circa due settimane sia spinto principalmente da operatori con orizzonte temporale ristretto.
E’ un’impressione che deve comunque trovare conferma nel futuro sviluppo dei prezzi.
Per capire se il rialzo del mese in corso (dato tendenziale +4,41%) sia o meno sorprendente riprendiamo in mano il concetto di stagionalità:
Dalle performance (evidenziate con la cornice blu tratteggiata) è possibile notare come all’interno della cosiddetta stagionalità sfavorevole il mese di Luglio rappresenti l’unico con performance medie positive.
Per cui, una chiusura mensile positiva non stupirebbe in alcun modo.
In altre parole, Luglio solitamente rappresenta la tregua dopo le vendite di Maggio e Giugno (mesi le cui performance sono penalizzate dallo stacco dei dividendi) e prima di quelle di Agosto e Settembre.
Se si considera, inoltre, che si sta giungendo all’appuntamento in un contesto globale compiacente ed alquanto tirato, la possibilità d’assistere ad almeno due mesi (per l’appunto, Agosto e Settembre) piuttosto difficili è assolutamente credibile.
Riccardo Fracasso
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