Oro: aggiornamento di fine anno
Con la chiusura annuale aggiorniamo la situazione grafica dell’oro, a distanza di tre mesi dall’ultima analisi.
L’andamento degli ultimi anni è sintetizzabile nei seguenti punti:
- TOP di lungo termine nel Settembre 2011 (1.921 dollari).
- Dal massimo del 2011 ha rispettato per anni una trendline di massimi decrescenti e, al tempo stesso, dal 2013 i prezzi sono stati perfettamente governati da un canale ribassista pluriennale.
- Nel Febbraio del 2016 l’oro è fuoriuscito dal canale, successivamente respinto proprio dalla trendline di lungo termine per poi ridiscendere verso la trendline superiore del canale, riconoscerlo e ripartire (il classico movimento di pull back).
- Rottura della trendline di massimi crescenti, inviolata da quasi 6 anni.
Riprendiamo un passaggio di quanto si scrisse tre mesi fa:
“Quanto sta accadendo dal momento in cui i prezzi hanno oltrepassato la trendline di lungo termine (che attualmente transita in area 1.240 dollari) potrebbe anch’esso dar vita ad un pull back.
In buona sostanza, l’eventuale discesa in area 1.240 dollari potrebbe rivelarsi un’ulteriore occasione di ingresso.
Premesso che la chiusura mensile sui minimi rafforza l’ipotesi di ulteriori vendite, giusto evidenziare che la correzione dei pull back talvolta si spegne prima del raggiungimento dell’ex resistenza.”.
Nel frattempo, l’oro ha segnato un minimo crescente a 1.236 dollari, sfiorando la trendline di lungo termine e ripartendo al rialzo.
Attualmente vale 1.303 dollari.
Troppo presto per escludere a priori ulteriori discese nei pressi della trendline ma, al momento, è doveroso segnalare come tutto confermi la correttezza della nostra lettura grafica sull’oro negli ultimi anni.
Inoltre, la chiusura del trimestre sui massimi anticipa nuovi allunghi per il prossimo.
Ammesso e non concesso che il bottom non verrà ritoccato, ricerchiamo un target.
Se i precedenti rialzi si sono spenti al ritracciamento del 38,2% della discesa A-B, è lecito supporre, dopo l’importante sviluppo inversivo degli ultimi due anni, che l’obiettivo minimo dell’attuale rialzo sia rappresentato dal ritracciamento superiore: area 50% (1.483 dollari).
Esaminando il phau (un etc con sottostante l’oro fisico coperto da rischio valutario), troviamo importanti conferme rialziste:
La falsa rottura dei minimi di Luglio con successiva chiusura mensile sui massimi, peraltro concretizzatasi a contatto della parallela inferiore del canale ascendente, rappresenta un potente segnale rialzista.
Passiamo ora ad analizzare i titoli auriferi prendendo come riferimento l’AUCO (ETF aperto al rischio cambio):
Si osservi come nella prima parte del 2016 i prezzi hanno superato l’importante resistenza statica in area 18, per poi ritestarla e riconoscerla come nuovo supporto (pull back).
La chiusura mensile sui massimi suggerisce nuovi importanti allunghi, al di là della possibile volatilità di breve termine.
Insomma, attualmente tutto volge a favore del comporto aurifero in un’ottica di ampio respiro.
Si conclude ricordando che nel corso del 2017 sono state poste sul tavolo due strategie:
- market neutral (long S&P 500 e short Ftse Mib).
- oro (per gli investitori più aggressivi titoli auriferi).
Entrambe le operazioni stanno generando una performance positiva (a mio avviso destinata ad ampliarsi nel corso del 2018) a fronte di un rischio controllato, rischio che spesso non è considerato da chi investe, per poi riscoprirlo solo quando si manifesta, quando è tardi.
Riccardo Fracasso
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