Lo S&P 500 ha chiuso la seduta a 2.754 punti, registrando un +0,19%.
Il bilancio settimanale è pari ad un -0,88%.
Il quadro è sostanzialmente invariato a come l’avevamo lasciato, per cui ricordiamo i principali riferimenti che trovate indicati nel seguente grafico:
La resistenza è rappresentata dall’area intorno al massimo di Gennaio (2.872).
Il primo forte alert è rappresentato dall’eventuale rottura della media mobile a 200 giorni (che attualmente transita a 2.663 punti), con conferme al di sotto del minimo di Febbraio (2.532 punti).
Fino ad allora, ed in assenza di figure di inversione ribassista, rimarranno possibili ulteriori allunghi.
Col passare degli anni il comparto tecnologico mondiale (non solo americano) ha assunto sempre maggiore importanza.
Pertanto, appare utile dare uno sguardo al Nasdaq, ed in particolare all’intero rialzo:
La scala lineare esalta la forma parabolica assunta dall’ascesa.
L’eccesso rappresentato dalla forma parabolica si aggiunge a quello dell’RSI trimestrale, alle 7 chiusure trimestrali consecutive (ormai prossime a diventare 8) ed al +516% dai minimi di Marzo 2009.
Stesso grafico ma su base logaritmica:
Ipotizzando che il rialzo sia governato dalla forchetta A-B-C, si osservi come i prezzi ne abbiano raggiunto la parallela superiore, il target più ambizioso e raramente raggiunto.
Con questa analisi s’è voluto principalmente evidenziare gli eccessi grafici del Nasdaq, ma si continua comunque a sottolineare l’assenza di segnali di inversione.
Riccardo Fracasso
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