From the monthly archives: Febbraio 2023

Il PIL reale è il risultato del PIL lordo al netto dell’inflazione: il PIL lordo è depurato dal cosiddetto deflatore.

Con un post di inizio dicembre evidenziai come la rilevazione del PIL USA del III trimestre fosse positiva solo per via di un deflatore sensibilmente inferiore all’inflazione del momento.

Nel frattempo, la storia si è ripetuta: il PIL del IV trimestre al 2,9% è frutto dell’adozione di un deflatore del 3,5%, dato sensibilmente inferiore all’inflazione reale.

In buona sostanza, per la seconda volta consecutiva la consistente sottostima dell’inflazione ha consentito di sovrastimare il PIL.

Certo è che il ricorso a certe manipolazioni giustifica dei dubbi.

Per esempio, lecito chiedersi il motivo per cui l’ufficio analisi economiche del dipartimento del commercio Usa si riduca ad abbellire i dati; altrettanto lecito supporre che vi sia la necessità di mantenere elevato il sentiment per salvaguardare la sostenibilità del sistema economico/finanziario.

A lungo andare, l’adozione di sotterfugi per abbellire l’attendibilità dei dati in generale rischia di minare la fiducia del mercato.

L’applicazione di un dato corretto avrebbe portato a risultati negativi sia nel III che nel IV trimestre, che si sarebbero aggiunti a quelli del I e del II.

In altre parole, per l’intero 2022 abbiamo avuto la cosiddetta recessione tecnica, per la quale sono sufficienti due rilevazioni trimestrali consecutive negative.

Se invece, si fa riferimento a un concetto più esteso del fenomeno, la recessione, per essere tale, deve avere evidenze negative anche su altri dati, in primis il mercato del lavoro.

Ed è proprio questo il criterio utilizzato dall’ente preposto a certificare la presenza o meno della recessione: il National Bureau of Economic Research (NBER).

Solitamente tali certificazioni giungono con forte ritardo, per cui è bene osservare come indicatore anticipatore la disoccupazione, attualmente nei pressi dei minimi (un’eventuale rilevazione corrispondente ai massimi degli ultimi 12 mesi rappresenterebbe un segnale di alert).

Riccardo Fracasso

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