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Flusso commerciale/finanziario e considerazioni finali sui fondamentali
Terminiamo i nostri approfondimenti sui fondamentali che influiscono nella determinazione del cambio Euro/Dollaro, analizzando il flusso commerciale/finanziario.
In linea generale, è lecito sostenere che se sono maggiori gli investimenti commerciali/finanziari che il resto del mondo fa con uno Stato rispetto a quelli che lo Stato stesso stringe con l’estero, la valuta del Paese, a parità di condizioni, tende ad apprezzarsi.
Poiché è nostra intenzione osservare il cambio euro/dollaro ci soffermeremo sui flussi che intercorrono tra Area Euro e Stati Uniti.
In assenza di specificazioni, per saldo della bilancia commerciale si intende la differenza tra esportazioni ed importazioni che intercorrono tra uno Stato ed il resto del mondo.
Noi invece, per i motivi citati, riportiamo il grafico del saldo della bilancia commerciale dell’Area Euro rispetto agli Stati Uniti.
Il saldo costantemente positivo dimostra le caratteristiche esportatrici della zona Euro rispetto a quelle importatrici degli Stati Uniti.
Ciò non rappresenta una novità poiché da decenni la domanda interna americana è tale da soddisfare in modo consistente l’offerta estera, trascinando l’economia globale.
Pertanto, sotto tale aspetto l’euro è stato ed è favorito rispetto al biglietto verde, ma sarà utile valutare l’entità dell’inevitabile contraccolpo che la domanda interna americana subirà a fronte del mancato rinnovo della quantitative easing.
Dal punto di vista dei flussi finanziari è bene invece non perder d’occhio la Cina che negli ultimi mesi ha spostato parte delle proprie riserve valutarie (le più grandi al mondo) dai titoli di stato americani a quelli europei causando il deprezzamento del dollaro.
Sintetizzando quanto approfondito in questi ultimi giorni, possiamo affermare che nei prossimi mesi, una crescita americana meno debole di quella europea, la fine del rialzo dei tassi da parte della Bce, il mancato rinnovo della quantitive easing ed una situazione di crisi del debito più avanzata nell’Area Euro, sono tutti elementi che dovrebbero favorire un deciso recupero del dollaro.
La Cina, d’altro canto, con le sue enormi riserve valutarie potrebbe incidere in modo significativo e se gli ultimi spostamenti da dollaro ad Euro dovessero proseguire, svantaggerebbero il biglietto verde.
Ciononostante ritengo che il quadro complessivo dei fondamentali renda probabile quantomeno un rimbalzo della divisa americana entro i prossimi mesi, anche alla luce del fatto che il dollaro, pur avendo perso negli ultimi anni molto prestigio, non ha smarrito completamente la propria funzione di bene rifugio, e nel caso di un probabile aggravamento della crisi economica/finanziaria occidentale, dovrebbe rivalutarsi come è successo durante i mesi di panico verificatisi a più riprese negli ultimi anni.
Riccardo Fracasso
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