Di Cipro se ne parla sempre poco perchè è uno Stato con un’economia piccolissima, ma è doveroso raccontare quanto concordato negli ultimi giorni anche solo per capire se l’orientamento delle istituzioni internazionali negli ultimi mesi s’è ammorbidito o se invece è rimasto orientato al rigore.
Da tempo in questo blog s’è ripetuto fino alla noia come l’austerità che non sia fatta di tagli agli sprechi sia recessiva.
A gennaio ho raccontato di Blanchard, capo-economista del FMI che, esaminando i dati economici raccolti dal FMI di 28 Paesi dallo scoppio della crisi 2008 in poi, ha finalmente ammesso che i danni che i piani di austerity provocano sulla crescita sono di gran lunga superiori a quanto stimato in passato.
Inoltre, sono i cittadini stessi ad aver lanciato, attraverso le manifestazioni o il voto (in Italia la cocente sconfitta di Monti è un messaggio molto chiaro), l’invito a cambiare rotta, perché non più disposti a sottostare ad ulteriori sacrifici vedendo peraltro che l’economia peggiora anziché migliorare.
Per chi non lo sapesse Cipro è uno dei 17 Paesi membri dell’Area Euro ed il suo sistema bancario versa in gravi condizioni ormai da tempo (basti pensare che si tratta del quinto intervento di soccorso dal 2009).
Per fronteggiare tale crisi venerdì sera s’è riunito l’Eurogruppo che ha approvato un pacchetto di aiuti per un importo di 10 MLD di euro.
Tuttavia, gli aiuti sono condizionati all’impegno da parte di Cipro ad aumentare l’aliquota dell’imposta sugli interessi da capitale sui profitti societari (dal 10 al 12,5%) e ad effettuare un prelievo forzoso sui depositi bancari; da evidenziare che al momento il Parlamento cipriota non ha ancora votato il provvedimento.
Il prelievo è previsto per martedì, e gli sportelli saranno riaperti solo mercoledì e nel frattempo resteranno bloccati i bancomat e rimarrà sospesa la possibilità di effettuare trasferimenti di denaro via internet.
Tali accorgimenti consentono di eliminare qualsiasi possibilità ai correntisti di evitare il prelievo forzoso da parte dello Stato.
La chiusura degli sportelli disposto dal governo per evitare l’assalto agli sportelli è il cosiddetto bank holiday, misura istituita da Roosvelt nel 1932 per affrontare la crisi iniziata nel 1929 (al tempo le banche statunitensi rimasero chiuse 4 giorni).
Nel dettaglio, il prelievo richiesto a Cipro consiste in una tassazione una tantum del 6,75% sui conti correnti fino a 100 mila euro e del 9,9% per quelli superiori.
Si tratta di percentuali considerevoli.
L’innalzamento delle tasse non è certamente cosa piacevole, ma il prelievo coercitivo sui depositi bancari rappresenta una misura ancora più antipatica, perché invasiva.
Tanto per intenderci, persino la Grecia al momento non è arrivata a tanto.
Una misura simile fu disposta in Italia dal governo Amato nel ’92, anche se è giusto precisare che in quel caso il prelievo ammontò allo 0,6%.
Tornando a Cipro, i soldi che martedì saranno prelevati dai conti corrente sono anche denaro sottratto al consumo.
Inoltre, come può uno Stato che ricorre a misure simili ad attrarre capitali? Semmai, si verifica l’esatto opposto.
Pertanto, l’UE ed il FMI, almeno in questa occasione, dimostrano di non voler cambiare rotta e di voler perseguire la strada del rigore che, come abbiamo più volte avuto modo di vedere, è recessiva.
Riccardo Fracasso
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