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Mercoledì, nel raccontare la prima operazione LTRO (asta della BCE) scrissi:

“Tutte le banche interessate potranno utilizzare il denaro come preferiscono, ma la speranza della BCE (e non solo) è che lo investiranno in titoli di stato dei Paesi in difficoltà.
Personalmente ritengo che le banche, consapevoli della drammatica situazione dei debiti sovrani, utilizzeranno quanto raccolto soprattutto per rimpolpare il core tier one, cercando quindi di rispettare le richieste di ricapitalizzazione indicate dall’EBA.”  
E’ presto per capire quale sarà l’utilizzo che le banche faranno delle somme raccolte, ma qualcosa lo si può già intuire dal seguente grafico:
Il grafico riguarda i depositi overnight presso la BCE.
Il giorno dopo l’asta tali depositi sono aumentati di quasi il 31%, passando da 264,969 miliardi di euro a 346,994.
In buona sostanza ben 82 miliardi di quelli ricevuti dalla BCE sono stati depositati nuovamente alla BCE.
 
Così facendo, almeno per quanto riguarda quegli 82 miliardi, le banche stanno dimostrando di continuare a non volersi prestare i soldi reciprocamente, di non voler sostenere i titoli di stato di stato emessi dai Paesi in difficoltà e di non voler erogare maggior credito ai privati.
 
Mercoledì, inoltre, avevamo evidenziato che “dei 489 miliardi raccolti, ben 279 miliardi sono già stati utilizzati dalle banche per chiudere altro debito che hanno nei confronti della stessa Banca Centrale Europea.
In sintesi, la liquidità effettivamente fornita al settore bancario ammonterebbe a 210 miliardi.”.
 
Ed ora scopriamo che di questi 210 miliardi per il momento 82 sono stati depositati presso la stessa BCE.
 
Ne restano quindi 128.
Non dispongo dei dati aggiornati dei depositi overnight delle altre banche centrali, ma il sospetto che una parte (o anche la totalità) di quei 128 miliardi sia confluito anche altrove è ben motivato.
  
Se la volontà della BCE era realmente quella che gli istituti finanziari investissero le somme in titoli di stato, doveva fissare delle norme che regolavano le modalità d’impiego delle somme ricevute.
 
Sempre mercoledì avevo affermato che “…avere banche con maggiore liquidità è ovviamente un fattore positivo e potrebbe (il condizionale è d’obbligo) aiutare i listini azionari nel breve termine.”.
In sintesi, tali operazioni aumentano le possibilità di un rimbalzo di breve termine dei listini azionari (per il momento nutro comunque seri dubbi), ma se dovessero esser versati tutti presso la BCE o qualche altra Banca Centrale i risultati sarebbero i seguenti:
  • migliora la capitalizzazione bancaria;
  • s’indebolisce la BCE (erogare tanto credito nei confronti agli istituti finanziari in una situazione di grave crisi non è certamente prudente);
  • i privati continuano a non essere finanziati;
  • i Paesi in difficoltà continuano a collocare titoli di stato con interessi elevatissimi.
Positivo il primo punto, negativi gli altri tre.
 
Il problema è che quello attuale è un sistema in cui manca la liquidità.
Nel 2012 scadranno tantissime obbligazioni bancarie: perchè mai le banche dovrebbero correre il rischio di arrivare all’appuntamento mal capitalizzate, investendo quanto raccolto mercoledì in titoli di stato emessi da Paesi di dubbia solvibilità o prestandoli a privati nel bel mezzo di una crisi?
Meglio metterli al sicuro, magari depositandoli in una Banca Centrale.
 
 
Riccardo Fracasso
 
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