Partiamo subito col grafico del Ftse Mib:
Il nostro indice ha chiuso a 13.711 punti, registrando un +0,96%, a dispetto del declassamento odierno da parte di Moody’s.
Il bilancio settimanale è pari ad un -0,12%.
La scorsa settimana:
“…se le regole dovessero esser rispettate, ora ci s’attende un nuovo minimo nella seduta di lunedì ed un altro più profondo nella restante parte della settimana.”.
E le regole sono state ampiamente rispettate visto e considerato che nella seduta di lunedì s’è scesi fino a 13.603 punti (minimo giornaliero inferiore a quello della seduta precedente) e nella settimana s’è giunti a 13.472 punti (minimo settimanale inferiore a quello della settimana precedente).
Ultime sedute:
Innanzitutto v’è da segnalare che il gap up evidenziato nel grafico, nonostante il calo verificatosi nel corso della settimana, non è stato colmato completamente (serviva scendere almeno fino a 13.444 punti, ed invece il Mib si è fermato a 13.472 punti); si tratta di nemmeno 30 punti, che magari non freneranno gli acquirenti ma il dubbio permane.
Ad ogni modo, nonostante gli allunghi ribassisti, il nostro listino, proprio nella sua ultima seduta settimanale (la più importante), ha dato dimostrazione di reagire a contatto con la 25+5, rimbalzando da un -0,8% ad un +1,33% per poi chiudere con un +0,96%.
Tale aspetto è sicuramente positivo e potrebbe segnalare l’avvio di un rimbalzo più consistente.
A tal proposito, serviamoci di Fibonacci per individuarne gli obiettivi:
Livelli Fibonacci:
- 38,2% a 14.332;
- 50% a 14.864;
- 68,2% a 15.405.
A questi tre obiettivi va aggiunta la media mobile a 200 giorni che attualmente transita a 15.049 punti.
Tuttavia, considerata la mancata chiusura completa del gap e soprattutto la fragilità del contesto economico italiano, una strategia long è piuttosto vulnerabile e potrebbe esaurirsi improvvisamente, cogliendo di sorpresa i rialzisti; obbligatorio l’uso di stop loss.
Nulla vieta di rimanere liquidi e sfruttare una eventuale prosecuzione rialzista esclusivamente per aprire posizioni short a livelli più convenienti degli attuali.
Entrambe le strategie sono corrette dal punto di vista finanziario: la prima è adatta ad un profilo di rischio abbastanza elevato, la seconda per chi opera più prudentemente.
Concludo osservando inoltre che l’entità del rialzo e la sua stessa possibilità di proseguire, dipenderanno anche dall’andamento dello S&P 500.
Riccardo Fracasso
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