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Ecco i principali provvedimenti annunciati da Mario Draghi all’attesissima riunione di ieri pomeriggio della BCE:

  1. taglio del tasso di riferimento dallo 0,25% allo 0,15%;
  2. tasso sui depositi delle banche presso la BCE a -0,1%;
  3. sospensione della sterilizzazione degli acquisti di titoli di Stato;
  4. aste di liquidità con scadenza 2018 (LTRO) per un totale di 400 MLD.

Approfondiamo punto per punto:

Taglio del tasso di riferimento : è il tasso col quale la Banca Centrale Europea concede prestiti di breve termine alle banche; l’impatto che può avere la riduzione di un misero 0,1%, per di più  con margini quasi nulli di ulteriore manovra, è sostanzialmente nullo.

Tasso negativo depositi BCE = il chiaro intento è quello di disincentivare le banche a depositare liquidità presso la BCE a favore di una maggiore erogazione; tuttavia, ciò non impedisce in alcun modo alle banche di impiegare la propria liquidità in forme diverse da quella del credito.

Sospensione della sterilizzzazione degli acquisti di titoli di Stato = nel giugno del 2012, quando Draghi annunciò l’OMT precisò che eventuali acquisti  sarebbero stati sterilizzati, ossia che la BCE non si sarebbe procurata  il denaro necessario a comprare i titoli di stato di eventuali richiedenti attraverso l’emissione di nuovo denaro, ma, con ogni probabilità, collocando gli Euro T-bills (mercato monetario europeo). Oggi Draghi ha sospeso tale condizione nata col fine di evitare inflazione, proprio perché s’è presentato il rischio opposto: la deflazione.

Aste di liquidità con scadenza 2018 (LTRO) per un totale di 400 MLD = il comunicato della BCE recita che “le controparti saranno autorizzate inizialmente a prendere in prestito fino al 7% del totale dei loro impieghi verso il settore privato non finanziario dell’area euro, al netto dei prestiti per i mutui al 30 aprile 2014”.

Sono tutte misure espansive con l’evidente obiettivo di spingere le banche a fornire maggior credito e di riflesso innalzare l’inflazione.

L’efficacia delle prime due misure, come spiegato, è a mio avviso molto limitata.

Per quanto riguarda il terzo provvedimento è un bel passo avanti ma fino a che nessuno Stato richiederà aiuto alla BCE, l’OMT stesso non cambia nulla.

Il fatto che l’eventuale soccorso da parte della BCE sia legato al rispetto, da parte dello Stato richiedente aiuto, di condizioni ancor più rigorose di quelle attualmente osservate, rappresenta un forte deterrente alla richiesta stessa (per di più in questo periodo non necessaria).

Per quanto riguarda i LTRO, da valutare se le banche riterranno o meno opportuno aprire i rubinetti a fronte della nuova liquidità che mette a disposizione la BCE.

Sia chiaro, sono interventi che rappresentano importanti passi in avanti da parte dell’Area Euro, ma accompagnati da diverse punti di domanda.

Personalmente la mia ricetta alla crisi economica ed allo spettro della deflazione si basa principalmente su questi tre punti:

  • ristabilire la separazione tra banche commerciali e banche d’affari, varando una riforma bancaria che ricalchi la Glass-steagall Act e la Riforma Menichella;
  • emissione Eurobond;
  • QE di nuova liquidità regalata (non prestata) agli Stati più in difficoltà (non alle banche) con unica condizione la riduzione dell’imposizione fiscale per un pari importo.

Appare quantomeno ‘curioso’ come per colpa di anni di esasperata attenzione a prevenire il pericolo, peraltro inesistente, dell’inflazione, ora la BCE si trova a combattere quello opposto, molto più concreto, della deflazione.

Se magari si fossero perseguite meno le volontà della Germania (volontà tuttora salvaguardate), la situazione economica, a mio parere, sarebbe meno complicata.

Riccardo Fracasso

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