Lo S&P 500 ha chiuso la seduta a 1.841 punti, registrando un -0,03%.
Il bilancio settimanale è pari ad un +1,27%.
La scorsa settimana:
“L’indice americano è in quella posizione in cui ha oltrepassato l’area di resistenza (Estensione di Fibonacci – Trendline superiore canale rialzista), ma non in modo così netto da consentirci di parlare di rottura.
Siamo in una situazione di eccesso che aumenterebbe ulteriormente nel caso di superamento.”.
Grafico:
Di seguito è possibile invece osservare l’andamento parabolico della salita dello S&P 500:
Quando un movimento assume un andamento parabolico diventa insostenibile ed in ogni momento potrebbe cedere in misura consistente.
Il problema è che prima di farlo potrebbe ancora allungare, ma l’essere a conoscenza di tale situazione ci indica il livello di rischio legato ad eventuali operazioni long.
A tale quadro va aggiunta una forte presenza di ipercomprato.
Di seguito il VIX:
Il Vix è un indice che riporta i movimenti di copertura dello S&P500.
Maggiore è il suo valore e maggiore è la copertura tramite derivati da parte degli operatori.
Un valore contenuto, invece, indica un mercato che avverte in misura molto marginale la necessità a proteggersi.
Come possiamo notare il VIX si trova su livelli molto contenuti.
Ora passiamo al seguente grafico:
Prima di proseguire la lettura, invito coloro a cui non fosse completamente chiaro il concetto di Margin debt e di Net Margin di approfondire il tema accedendo al post MARGIN DEBT.
Alcune considerazioni esaminando il grafico aggiornato a fine Novembre:
- indubbiamente favorevole al mercato l’attuale tendenza crescente del margin debt, ma…
- …i livelli sui massimi assoluti dello stesso Margin debt ed i valori negativi mai raggiunti dal Net Margin descrivono una situazione di elevatissima vulnerabilità del mercato e di insostenibilità.
Sia chiaro, una volatilità contenuta ed una tendenza positiva del ricorso alla leva finanziaria rappresentano un contesto favorevole al mercato, contesto che peraltro ha contribuito in modo determinante al rialzo in corso, ma allo stesso tempo sono fattori che segnalano una bassissima avversione al rischio.
Un rialzo sano è un rialzo in cui il mercato avverte in misura sufficiente il rischio; quando l’avversione al rischio degli investitori è talmente esigua, quando il livello di protezione è minimo e quando il ricorso alla leva finanziaria è elevatissimo, il rialzo non è sano.
Siamo quindi in presenza di elevati eccessi (volatilità, Margin Debt e Net Margin) che vanno ad aggiungersi a quelli di natura grafica precedentemente evidenziati (sforamento area di resistenza, andamento parabolico e ipercomprato).
A tutto ciò è doveroso aggiungere il tapering che, seppur lieve e previsto, ha comunque segnato il via ad una riduzione degli stimoli monetari che entro metà 2014 dovrebbero essere persino azzerati.
Pur sapendo bene, per esperienza, che gli eccessi spesso possono sorprendere nella durata (in effetti già ora lo stanno facendo), personalmente ritengo che sia soprattutto evitando di rincorrere mode come queste che si possano ottenere buoni risultati nel lungo termine.
Non posso che ribadire quanto scritto sabato scorso:
“A queste condizioni ogni operazione long ha un rapporto rischio/rendimento assolutamente sbilanciato dalla parte del rischio.
Dal punto di vista finanziario, il massimo che si possa fare, in ottica rialzista, è il mantenimento di eventuali posizioni long in portafoglio con una contestuale impostazione di un trailing stop.
D’altro canto, sfruttare eventuali allunghi (resi probabili dalla chiusura settimanale nei pressi dei massimi), a mio avviso rappresenterebbe una buona occasione per alleggerire.”.
Riccardo Fracasso
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