Introduzione e analisi stato economico

E’ tesi accettata dalla maggioranza degli esperti che le previsioni di breve periodo (3-6 mesi) sulle valute, ancor più di quelle sulle azioni, siano abbastanza inaffidabili, poiché in un arco temporale ristretto i cambi tendono ad assumere valori non conformi ai fondamentali.
Pertanto, per le azioni, e soprattutto per le valute, nel breve periodo è meglio affidarsi all’analisi tecnica.
Solo nel medio-lungo periodo, le valutazioni tendono ad allinearsi in base ai fondamentali.
Vi sono però casi in cui il periodo di scostamento dai fondamentali da breve diventa lungo a causa degli interventi prolungati delle Banche centrali (l’esempio più eclatante è quello del cambio yuan/dollaro).
Negli ultimi anni di crisi, col fine di favorire le esportazioni, tali interventi si sono intensificati (la cosiddetta ‘guerra delle valute’) portando a disallineamenti  estesi nella durata e nella dimensione e vanificando previsioni che poggiavano su ragionamenti corretti.
 
Alla luce di quanto detto, ritengo il biglietto verde decisamente sopravvalutato rispetto a molte valute dei paesi emergenti, ma poiché la nostra valuta è l’euro, sarà con esso che dovremo raffrontarlo.
 
In questo primo post inizieremo ad analizzare come primo  fondamentale lo stato economico delle due area geografiche di appartenenza di euro e dollaro.
In linea generale si può affermare che i  capitali si dirigono in quei paesi in cui lo stato dell’economia è forte, quindi, ad una robusta economia, solitamente, corrisponde una forte valuta.
Non che il futuro dell’economia degli Stati Uniti sia roseo, ma per quanto riguarda gli ultimi anni il Pil americano è stato decisamente superiore a quello della zona Euro come lo testimonia il seguente grafico che rappresenta le variazioni delle rilevazioni trimestrali del PIL rispetto all’anno precedente.
 
 
Pertanto, possiamo affermare che l’aspetto della crescita economica risulta favorire il biglietto verde.
 
Riccardo Fracasso
 
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