Partiamo subito col grafico dello S&P; 500:

 
 
L’indice americano ha chiuso a 1.151 punti registrando un -0,82%.
 
 
 
Ultime sedute:
L’ultima seduta l’indice non è riuscito a superare la 25+5, il che significa che il trend di lungo periodo rimane ribassista. 
 
 
La settimana, ad ogni modo, ha prodotto un  complessivo +2,12%, consentendo, con la giornata di giovedì, l’inversione al rialzo del trend di medio.
 
Il detrended non segnala ipercomprato, il che significa che il recupero dell’ultima settimana non presenta necessità di rifiatare.
 
 
Facciamo un passo indietro: da diverse sedute (a parte le ultimissime) si è rimarcata più volte l’impostazione saldamente ribassista dello S&P; 500.
Con l’approfondimento del 2 ottobre si era indicato l’obiettivo del calo.
 
In linea con tali previsioni, si è continuato a calare ed in modo molto vistoso,  per poi però risalire ben prima di raggiungere tale area.
 
Cosa è successo allora?
 
Per rispondere è bene soffermarci a quanto successo il 4 ottobre: il mercato stava continuando a scendere, perforando persino il minimo registrato il 9 agosto (1.101 punti), ma a quel punto è intervenuto  Bernanke affermando che la Federal Reserve era pronta ad agire con nuove misure per fronteggiare la crisi.
Il mercato è così rimbalzato, recuperando quota 1.101 punti e proseguendo ben oltre.
Qualcuno potrà definirla una coincidenza, ma l’impressione è che anche all’interno della banca centrale americana si tengano in considerazioni resistenze, supporti, ecc., e che la tempistica delle dichiarazioni di Bernanke fosse dovuta al fatto che lo S&P; 500 stava perforando un supporto molto importante.
 
Come già scritto in altre occasioni, l’analisi tecnica ci consente di individuare lo scenario più probabile, ma non quello certo, ed in alcune circostanze gli interventi esterni possono stravolgere l’impostazione, per quanto essa sia chiara e correttamente individuata. 
 
Bene, dal 4 ottobre stiamo vivendo proprio una di quelle circostanze e grafici ed oscillatori, seppur utili, possono risultare meno affidabili.
 
Allora, tralasciamo per un attimo l’analisi tecnica e facciamo due riflessioni:
  • Bernanke non ha sostanzialmente annunciato nulla di concreto; certo, ha affermato che la Fed è pronta ad intervenire, ma se disponesse realmente di cartucce importanti non credete che le avrebbe usate  prima che gli Stati Uniti si ritrovassero ad un passo dalla recessione?
  • Si sta parlando di un piano per ricapitalizzare le banche europee (in particolar modo quelle francesi che non se la passano per niente bene) attraverso il Fondo Salva Euro . E’ bene ricordare che l’accordo con il quale è stato costituito tale Fondo prevedeva che le risorse sarebbero servite per salvare i Paesi e non per le banche. Il fatto che ora le autorità sembrino orientate a contravvenire quanto prestabilito dovrebbe allarmare, e non poco, gli investitori sullo stato di salute delle banche. Stiamo parlando di istituiti finanziari che da diverso tempo hanno deciso di non prestarsi più denaro, il che era un fenomeno caratteristico nel 2008!
In sintesi, nel breve il mercato può anche proseguire il proprio recupero, ma si tratterà pur sempre di un semplice rimbalzo e non di una inversione.
In questa situazione, non escludendo che la riattivazione del ribasso possa avvenire improvvisamente, eviterei qualsiasi operazione long.
 
 
Riccardo Fracasso
 

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