Partiamo subito col grafico dello S&P; 500:

 
 
  
L’indice americano ha chiuso a 1.254 punti, registrando un +1.29%.

Il Detrended è in buon ipercomprato.

 
Ultime sedute:
 

 

Riassumiamo:

  • lo S&P;, dopo una temporanea fuoriuscita, si trova ancora all’interno di quel canale rialzista (linee verdi) che ha avuto inizio il 9 agosto;
  • il trend di medio e quello di lungo periodo restano positivi (l’indice infatti staziona sopra la 7+5 e la 25+5).
Pertanto, ci tengo a chiarire che l’impostazione è positiva.
 
 
 

Ma perchè mai allora tanta diffidenza da parte mia su tale recupero?

 
Dal punto di vista tecnico innanzitutto, come più volte sottolineato, non si è saliti con volumi, per cui è ragionevole dedurre che le cosiddette mani forti (chi solitamente è ben informato) non sembrano crederci tanto.
Staranno forse considerando questo rialzo come un movimento da cavalcare o come un’occasione da non perdere per aprire nuove posizioni ribassiste a prezzi convenienti?
 
Inoltre, si è saliti con un inclinazione eccessiva, ed i rialzi troppo ripidi sono inaffidabili.
Se poi in un secondo momento arriveranno i volumi, ed il trend, pur rimanendo inclinato verso l’alto, dovesse ‘piegarsi’ un pò, faremo altre valutazioni, ma al momento, ovviamente, devo fare analisi con gli elementi presenti sul tavolo.
 
Sempre dal punto di vista tecnico, l’indice transita al di sotto della media mobile semplice a 200 giorni (linea viola) per cui l’obiettivo di fondo, al momento, resta quello ribassista.
Statisticamente ogni qualvolta che il mercato si ritrova a contatto con essa si verifica qualcosa di assoluto rilievo.
Ne consegue che in caso di superamento il rialzo dovrebbe accelerare (quindi inclinarsi ancor più) mentre in caso di respingimento dovrebbe calare bruscamente.
Certo è che mi risulta difficile pensare ad un’ipotesi in cui il recupero attuale, già eccessivamente ripido, possa accelerare ulteriormente.
L’indice americano è ormai a ridosso della resistenza a 1.258 punti ed è vicino proprio alla media mobile a 200 giorni (attualmente si muove a 1.274 punti).
 
Ciò sta accadendo (e qui tocchiamo anche l’aspetto economico) proprio alla vigilia del vertice UE.
Non penso che mercoledì saranno annunciate novità in grado di sorprendere positivamente il mercato e di consentire il superamento della media mobile a 200 giorni, e se la mia previsione fosse confermata dai fatti, proprio in base a quanto detto precedentemente, inizierebbe un forte calo.  
 
Nelle ultime settimane ho pubblicato ben quattro articoli in cui mettevo da parte l’analisi tecnica, per approfondire alcuni argomenti:
  • 10 ottobre – Il Fondo Salva Euro: un fragile castello di sabbia.
  • 15 ottobre – Le fragilità del settore bancario.
  • 22 ottobre – La fragilità delle notizie.
  • 23 ottobre – L’Unione Europea: una fragile unione.
La presenza in tutti i titoli della parola ‘fragile’ non è dovuto dalla mancanza di fantasia del sottoscritto, ma dalla volontà di evidenziare la fragilità dell’intero sistema.
La notevole frequenza con la quale ho scritto questi post nasce dal desiderio di mettervi in guardia dall’eccessivo ottimismo diffusosi nell’ultimo mese sui mercati.
La decisione di pubblicarli prima che a Bruxelles sia letto il comunicato nasce dalla convinzione che la reazione dei mercati potrebbe esser ben diversa da quella che molti si aspettano.Per quanto ovvio, vorrei sottolineare che nessun analista al mondo ha la presunzione di individuare il futuro ‘certo’ ma quello più ‘probabile’.
Per di più, i continui interventi delle autorità e la speculazione, rendono assai difficile il compito di chi fa previsioni.
Ciò premesso, confermo ancor una volta che a mio parere lo scenario ribassista rimane ampiamente quello più probabile.

 
Riccardo Fracasso
 

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