From the daily archives: giovedì, Novembre 3, 2011
9 AGOSTO – Bernanke afferma che la Fed  «continuerà ad aggiornare il suo outlook economico, alla luce delle nuove informazioni ed è pronta ad utilizzare questi strumenti nel modo più appropriato».
26 AGOSTO (a Jackson Hole) – Bernake: «Continueremo a monitorare l’outlook economico alla luce delle informazioni che arrivano man mano e siamo pronti a usare gli strumenti appropriati per promuovere una ripresa più solida in un contesto di stabilità dei prezzi»
 
8 SETTEMBRE (all’Economic Clud di Minneapolis) –  Bernanke dichiara che la Federal Reserve ha a disposizione strumenti per dare maggiore sostegno a “una crescita economica debole, particolarmente evidente nella prima metà dell’anno” ed è pronta a usarli in modo appropriato.

4 OTTOBRE – Bernanke: “La Fed continuerà a monitorare da vicino gli sviluppi dell’economia ed è pronta a intraprendere nuove azioni adeguate a promuovere una più forte ripresa economica in un contesto di stabilità dei prezzi”
2 NOVEMBRE – Bernanke comunica che la Federal Reserve rimane pronta a prendere le azioni appropriate a sostegno dell’economia, soprattutto alla luce delle attuali “stime non soddisfacenti, perche’ la disoccupazione e’ molto alta e la crescita molto lenta”.

Quella appena riportata è la sequenza delle dichiarazioni di Bernanke dal 9 agosto fino a quella di ieri (2 novembre), accolta con entusiasmo dai listini americani.
Sorprende l’incredibile somiglianza delle comunicazioni fatte dal presidente della Federal Reserve.
Credetemi, non ho usato il ‘taglia e incolla’, anche se avrei potuto.
Se c’è una cosa chiara che traspare è che sono 4 mesi che la Federal Reserve è PRONTA AD AGIRE.
Ma nel frattempo, che è stato fatto di concreto? NULLA !!!

No dai, cerchiamo di non esser ingenerosi e non scordiamoci l’operazione twist annunciata il 21 settembre, operazione peraltro che solitamente è attuata dalle società sulla strada del fallimento.  

Appare evidente che la Federal Reserve sia rimasta senza cartucce, e, sapendolo lei stessa, da mesi si sta limitando a fare l’unica cosa che può fare: rasserenare i mercati dichiarandosi pronta ad intervenire.
Certo, con ogni probabilità prima o poi arriverà la QE3, ma se in questi mesi non è stata decisa nonostante il grave contesto economico, è perchè ci si è resi conti (ma forse lo si sapeva già) che tale intervento serve unicamente per sostenere i mercati e non per risanare l’economia.
Inoltre, c’è un inflazione che fa da deterrente.Spostandoci da una parte all’altra dell’oceano Atlantico, però, non possiamo che constatare che le cose vanno anche peggio.
Ieri la Merkel e Sarkozy hanno dichiarato la sospensione della sesta tranche del primo pacchetto di aiuti alla Grecia, fino a che non confermerà di voler rimanere nell’Area Euro.
Nel frattempo il rendimento annuo dei titoli di stato a 2 anni della penisola ellenica ieri si attestava al 96,7%.S&P;:

L’indice americano ha chiuso a 1.238 punti, registrando un +1,61%.

Ultime sedute:

Rispetto a ieri, l’unica novità tecnica da evidenziare è che lo S&P; si è riportato nuovamente sopra la 7+5; il trend di medio periodo è tornato quindi positivo, elemento sicuramente positivo.
Tuttavia, considerate le premesse odierne, non so quanto possa durare questa conquista.

Ad ogni modo è indiscutibile il fatto che i listini americani, al momento, risultino meno fragili di quelli europei.
Sarà da vedere fino a quando, considerato che parlare di debito agli Stati Uniti è come nominare la corda a casa dell’impiccato.

Riccardo Fracasso

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