PARTE L’ERA MONTI.
Alle 13:24 Mario Monti ha sciolto le riserve leggendo la lista dei ministri del governo (12 con portafoglio e 5 senza).
Totalmente assenti le figure politiche, il che potrebbe anche essere un bene considerato quanto hanno combinato negli ultimi 40 anni.
Ben rappresentato, invece, il settore bancario.
Monti (international advisor di Goldman Sachs) ricoprirà allo stesso tempo il ruolo di presidente del consiglio e quello di ministro dell’Economia.
Corrado Passera (l’ormai ex amministratore delegato di Intesa San Paolo), invece, sarà ministro per lo Sviluppo Economico e Infrastrutture e Trasporti.
A ciò va aggiunto che recentemente la Bce ha nominato presidente Mario Draghi (dal 2002 al 2005 è stato vicepresidente e membro del management Committee Worldwide della Goldman Sachs) e che in Grecia è stato eletto primo ministro Lucas Papadémos (ricoprì la carica di governatore della Banca Centrale ellenica proprio nel periodo in cui fu attuata la falsificazione dei conti col supporto, guarda caso, della Goldman Sachs).
E’ pur vero che è normale e soprattutto giusto che incarichi economici siano ricoperti da chi ha una notevole esperienza economica.
Tuttavia spicca che in Europa ora molte importanti poltrone sono occupate da persone legate, dal presente o dal passato, con la potentissima banca americana.
I rendimenti dei titoli di stato italiano, seppur in calo, restano elevatissimi (quello decennale chiude al 7%).
Ancora una volta si conferma che per quanto Mario Monti possa esser apprezzato dagli investitori, gli stessi guardano molto più alla nostra situazione economica, che è grave.
Grafico del Ftse Mib:
Il nostro indice ha chiuso a 15.419 punti, registrando un +0,79%.
L’ennesimo riconoscimento del supporto a 14.920 verificatosi ieri, e da noi evidenziato, ha consentito uno spettacolare rialzo (+2,88% a 15.739 punti) nelle prime ore della seduta.
Spettacolare quanto temporaneo.
A causare la brusca frenata le dichiarazioni di Barroso (presidente della Commissione Europea) che nella mattinata ha affermato che “Stiamo attraversando una crisi profondamente sistemica che richiede più impegno da parte di tutti'”
La crisi sistemica è una crisi che, a differenza di una normale crisi, causa cambiamenti duraturi e significativi, che permangono indipendentemente dalla congiuntura economica.
Per esempio, se la crisi apporta un notevole innalzamento della disoccupazione, la stessa è destinata a non tornare sui livelli precedenti anche in caso di ripresa.
Per esempio, se la crisi apporta un notevole innalzamento della disoccupazione, la stessa è destinata a non tornare sui livelli precedenti anche in caso di ripresa.
Ultime sedute:
La distanza con la quale l’indice in chiusura ha oltrepassato la 7+5 è troppo esigua per poter parlare di rottura convinta.
Anzi, la precisione con la quale la 7+5, nelle ultime sedute, ha contenuto le risalite del Ftse Mib, mi porta a ritenere più probabile per domani una chiusura negativa.
Ad avvalorare tale ipotesi permane un trend di lungo saldamente ribassista (25+5 sopra a quotazioni).
Il Detrended rimane piatto e quindi non segnala nè ipercomprato nè ipervenduto.
Riccardo Fracasso
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