UN DUBBIO A WALL STREET.
Ieri, la supercommissione composta da sei repubblicani e sei democratici ed incaricata da Obama per trovare un accordo su un piano per tagliare la spesa pubblica di almeno 1.200 MLD di dollari, ha comunicato: “Dopo mesi di duro lavoro siamo giunti alla conclusione che non ci sono accordi bipartisan raggiungibili entro la scadenza fissata”.
Ieri si erano messi sul tavolo due scenari:
- prosecuzione del ribasso fino a 1.258 punti e, in caso di rottura a 1.075;
- pull back sull’area di resistenza
Nonostante il calo odierno le probabilità che assegno alle due ipotesi rimangono praticamente inalterate.
Da una parte abbiamo la prosecuzione della discesa che è sicuramente favorita dal trend di medio e di lungo periodo ribassisti, da un detrended che ancora non segnala ipervenduto e dal fatto che il calo in corso è la conseguenza di una figura grafica (double repo) che solitamente anticipa movimenti consistenti.
Dall’altra parte abbiamo invece un pull back che è un movimento molto frequente, e che paradossalmente potrebbe esser avvalorato proprio dalla seduta odierna.
Oggi, infatti, lo S&P; ha registrato un minimo a 1.182 punti, che è praticamente coincidente con quello di ieri (1.183) e col ritracciamento del 50% di Fibonacci (1.183).
In buona sostanza, l’indice americano potrebbe aver trovato un buon livello dal quale rimbalzare fino a 1.220-1.230.
E’ sicuramente un bel dubbio, ma potrebbe facilitare sapere che un eventuale pull back sarebbe un movimento rialzista che andrebbe comunque a convalidare un’impostazione ribassista.
Poi, ovvio, se un eventuale impulso rialzista dovesse dimostrarsi capace di superare l’area di resistenza, allora si farebbero altri discorsi, ma al momento quest’ultima è un ipotesi a cui assegno poche probabilità.
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