S&P 500: elementi contrastanti
Partiamo subito col grafico dello S&P 500:
L’indice americano ha chiuso la seduta a 1.416 punti, registrando un +0,02%.
Il bilancio settimanale è pari ad un +0,5%.
Novembre si chiude invece con un +0,28 complessivo.
La scorsa settimana, dopo aver elencato una serie di motivazioni, si scriveva:
“questa è una di quelle situazioni in cui ci sono buone probabilità che la regola sopracitata (chiusura sui massimi di periodo che ne anticipa ulteriori in quello successivo) non sia rispettata.”.
Previsione giusta a metà (o sbagliata a metà, vedete voi) perchè se da una parte è vero che lunedì non s’è assistito ad un nuovo massimo giornaliero, dall’altra invece nel corso della settimana s’è saliti fino a segnare un nuovo massimo settimanale (1.419 punti).
Un passo alla volta andiamo ad osservare il quadro grafico.
Analisi dei trend:
Al termine della settimana anche il trend di lungo termine risulta invertito al rialzo.
Questo è il primo aspetto importante, ma non è l’unico.
Sempre sabato scorso evidenziando la comparsa di una Bullish Enfulfing su base settimanale si sosteneva:
“Considerando il tutto, la Bullish Engulfing in esame a mio avviso non fornisce sufficienti garanzie per poter definire probabile (quindi più che possibile) l’ipotesi rialzista.”.
Insomma, possibile si ma non tanto da poterla definire probabile.
Situazione aggiornata:
Secondo alcuni esperti la forza espressa dalle Engulfing è tale da non richiede conferme nel periodo successivo; pertanto, mi limito a verificare la presenza o meno di eventuali smentite: come si può notare nel corso dell’ultima settimana il minimo toccato non è sceso al di sotto della metà del corpo (linea tratteggiata rossa) della penultima candela, evento che avrebbe negato l’Engulfing.
Ne consegue che l’Engulfing debba ritenersi tuttora valida e, poichè l’efficacia delle configurazioni a candele può protrarsi fino a 5 periodi successivi a quello in cui s’è conclusa la figura, nel caso specifico gli effetti rialzisti potrebbero proseguire per altre 4 settimane.
Tuttavia, è bene ricordare ancora una volta che qualsiasi segnale suggerito dall’analisi tecnica, indica lo scenario probabile ma non quello certo.
Ora controlliamo il livello di ipercomprato/ipervenduto:
L’RSI a 2 giorni segnala un forte ipercomprato di breve e quindi l’imminente necessità di correggere.
Tuttavia, i rapidi e continui capovolgimenti dell’RSI a 2 giorni dimostrano che tale ipercomprato può facilmente esaurirsi anche in una semplice seduta.
Però, osservando il Detrended, che così impostato fornisce indicazioni di più ampio respiro, notiamo che anch’esso segnala un deciso ipercomprato.
Che significa? Che se si dovesse scendere probabilmente non basterebbe una singola seduta di ribasso.
Ora passiamo al MACD su base settimanale:
Nonostante il rialzo delle ultime due settimane, il MACD, pur rallentando la discesa, si mantiene impostato al ribasso.
Ricordo che il MACD è un importante indicatore di tendenza e, su base settimanale, genera pochi segnali ma piuttosto affidabili.
Riassumendo quanto finora scritto, il quadro generale presenta i seguenti aspetti positivi:
-
tutti e tre i trend (breve, medio e lungo) sono impostati al rialzo;
-
la settimana appena conclusa non smentisce la Bullish Engulfing recentemente comparsa;
Elementi negativi:
-
l’RSI a 2 giorni ed il Detrended segnalano un forte ipercomprato;
-
il MACD settimanale mantiene un’impostazione ribassista.
Tenendo in considerazione il tutto, visto e considerato che gli elementi negativi elencati sono conferme (già presenti infatti la settimana scorsa) mentre quelli positivi sono novità, il quadro tecnico è senza dubbio migliorato.
Tuttavia, è bene sottolineare che ogni movimento rialzista lo si riconosce non da quanto in alto si spingono i suoi massimi ma dalla sequenza di minimi crescenti.
In parole semplici, nel momento in cui lo S&P 500 correggerà (ed a questi livelli di ipercomprato l’ipotesi è probabile) sarà bene verificare a che livello s’arresterà la discesa.
Riccardo Fracasso
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