Era l’8 aprile quando, esaminando il cambio euro/dollaro (al tempo ad 1,38), si scrisse quanto segue:
“L’eventuale rottura del triangolo solitamente si consuma in un punto compreso tra i 2/3 ed i 3/4 della profondità del triangolo; tale area è delimitata nel grafico dalle due trendline tratteggiate blu e che rimandano l’evento tra il gennaio e l’ottobre del 2015.”.
Grafico aggiornato:
Ora il cambio è ad 1,2 e la tempistica di uscita dal triangolo è stata pressoché perfetta.
Pur non potendo escludere l’ipotesi di un semplice sforamento, la chiusura mensile (Dicembre), trimestrale (IV trimestre) ed annuale (2014) sui minimi suggeriscono nuove importanti accelerazioni ribassiste (rialziste per il dollaro).
Secondo i dettami dell’analisi tecnica sono due i metodi di calcolo del target nel caso di rottura di un triangolo:
- tracciare la parallela della trendline superiore del triangolo (che al momento transita a 0,99);
- proiettare l’altezza del triangolo a partire dal punto di uscita (nel caso specifico il target sarebbe ancor più ambizioso, a 0,9).
Considerata la distanza di tali obiettivi (che devono comunque esser tenuti in considerazione), è ragionevole ricercare target più vicini e con maggiori probabilità di essere raggiunti.
Innanzitutto è bene evidenziare il minimo ad 1,164 toccato nel novembre 2005, livello mai più visto da allora:
Nel seguente grafico, invece, ci serviamo di Fibonacci:
Ho applicato i ritracciamenti di Fibonacci alla gamba rialzista A-B e le estensioni di Fibonacci ai punti C-D-E, tracciando i soli livelli utili al nostro studio.
Combinando i risultati emergono due interessanti aree di convergenza:
- 1,21-1,22;
- 1,11-1,12.
A meno che la fuoriuscita dal triangolo non si riveli un semplice sforamento, secondo Fibonacci il prossimo target è rappresentato da area 1,11-1,12.
L’uso migliore che è possibile fare dei vari obiettivi indicati in quest’analisi (mi rendo conto, sono tanti), è quello di rivalutare il quadro grafico e non (ipervenduto, comparsa di eventuali figure di inversione, decisioni monetarie, ecc.) via via che gli stessi saranno raggiunti.
Ad ogni modo, personalmente ritengo che l’ipotesi che il dollaro raggiunga nel 2015 almeno area 1,11-1,12 (probabilmente non senza pause intermedie) sia credibile.
E’ bene concludere precisando che l’analisi tecnica serve ad indicarci riferimenti tecnici rilevanti ed a suggerirci lo scenario più probabile ma, specie in questo periodo, passa in secondo piano rispetto alle dichiarazioni, alle decisioni ed alla tempistica delle Banche Centrali.
E ciò vale ovviamente anche per il mercato valutario.
L’adozione o meno del QE in Europa, del rialzo dei tassi negli Stati Uniti, l’entità di eventuali provvedimenti e la loro tempistica sono aspetti non indifferenti al mercato finanziario.
Riccardo Fracasso
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