Il Ftse Mib ha chiuso la seduta a 19.869 punti, registrando un -1,58%.
Il bilancio settimanale è pari ad un pesantissimo -7,23%.
La scorsa settimana:
“Ne consegue che, secondo lo studio dell’Austin Financial Group è probabile che i prezzi raggiungeranno l’area intorno alla mediana entro l’8 Febbraio.
Sia chiaro, si sta parlando, come sempre, di scenario probabile.
Inoltre, sono diverse le varianti attraverso le quali può svilupparsi tale scenario.
Per esempio, l’ipotesi del raggiungimento del target entro l’8 Febbraio, include anche la possibilità che ciò possa avvenire ben prima.
O la salita verso la mediana potrebbe essere preceduta da una nuova correzione (in tal caso il rialzo avviatosi a metà dicembre si rivelerebbe una falsa partenza); in tal caso sarà bene valutarne la profondità (non si pensa comunque a minimi decrescenti).
D’altro canto, le vendite concentrate nell’ultima seduta rappresentano un aspetto che avvalora la tesi di una estensione ribassista.”.
Grafico:
Gli sviluppi ci impongono chiaramente di abbandonare la forchetta rialzista di medio periodo proposta da poche settimane e le considerazioni ad essa legate.
Con tutta onestà, devo ammettere che l’estensione ribassista ipotizzata si sta rivelando ben più profonda rispetto a quanto personalmente atteso.
Esaminiamo il trend primario:
Prima chiusura settimanale (in precedenza solo sforamenti intraweek) al di sotto della forchetta di lungo periodo, aspetto che non può che esser annoverato tra quelli negativi.
Tuttavia, pur dovendo constatare che al momento i prezzi non rispettano la forchetta rialzista di lungo periodo, il trend primario resta impostato al rialzo (infatti permane una chiara sequenza di minimi e massimi crescenti avviatasi da Luglio 2012).
Non è escludibile, sin d’ora, che la forchetta di lungo periodo possa tornare utile in futuro, ma serve un rapido recupero.
Ora passiamo al trend secondario:
Rispolveriamo la forchetta ribassista di medio periodo che sta dimostrando tuttora di governare il trend secondario che, evidentemente, è discendente.
Il trend, peraltro, è molto simile a quello della correzione di circa un anno fa.
A questo punto c’è molto da costruire dal punto di vista grafico.
Serve:
- un minimo da cui ripartire;
- recuperare quanto prima la forchetta di lungo termine;
- abbandonare la forchetta ribassista (il che richiede il superamento della parallela superiore che attualmente transita a circa 21.400 punti);
- un minimo crescente rispetto a quello del primo punto.
I prezzi si trovano all’interno dell’area intorno alla mediana della forchetta ribassista che rappresenta un target potenziale e che potrebbe contenere il minimo di ripartenza (come successe un anno fa), ma ciò rappresenta una semplice ipotesi che necessita di conferme concrete e del supporto, anche, del listino americano.
Uscendo dal campo grafico, è possibile affermare che i principali market mover del momento (fattori che attualmente muovono il mercato) sono rappresentati dalla Cina e, in seconda battuta, dal petrolio, ed è da questi che servono segnali di risveglio.
Fino a che il sentiment è quello di panico, gli aspetti logici (stagionalità favorevole, carenza di alternative, politica monetaria espansiva), passano in secondo piano, pur restando validi e pronti ad essere riconsiderati in un clima sereno.
Riccardo Fracasso
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