Prendiamo in esame un grafico di lungo termine su scala logaritmica per analizzare lo S&P 500:

S&P 500 - trend di lungo termine - RSI mensile.

S&P 500 – trend di lungo termine – RSI mensile.

Sono evidenziati i tre spettacolari trend primari rialzisti dell’ultimo ventennio, tutti sostenuti da una sequenza di minimi crescenti di lungo termine.

La perforazione della terza trendline è quella che ci ha consentito di anticipare l’inizio della correzione avviatasi la scorsa estate.

Attualmente l’indice americano si trova ingabbiato all’interno di un range laterale, aspetto già vissuto nella fase terminale dei precedenti trend rialzisti di lungo termine.

Ovviamente, non sempre la storia si ripete, ma questa semplice analisi rappresenta un aspetto di preoccupazione.

Al momento si ritengono improbabili crolli come i precedenti (al tempo, a differenza di oggi, il mercato obbligazionario rappresentava una valida alternativa), ma il rischio di una forte correzione è credibile.

Dallo stesso grafico è possibile notare che i precedenti crolli furono anticipati/accompagnati da una sequenza di massimi decrescenti dell’RSI mensile avviatosi da un’area di ipercomprato, sviluppo che si sta ripetendo anche in quest’occasione.

Si evidenzia, inoltre, come per effetto del recente rimbalzo l’RSI mensile si sia riportato nei pressi della trendline discendente.

Riccardo Fracasso

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19 Responses to S&P 500: analisi di ampio respiro

  1. mauro ha detto:

    E’ giusto stare allerta perchè non c’è due senza tre, quindi una ennesima correzione come nei due casi precedenti ci stà, non dimentichiamoci però che nei due casi precedenti il QE non esisteva, e si vendevano azioni per comprare qualcosa di meno rischioso e più redditizio, ora l’alternativa ai (discreti) dividendi delle azioni quale sarebbe?

    • RICCARDO FRACASSO ha detto:

      Ciao,
      la domanda è sensata e richiede alcune puntualizzazioni da parte mia.
      Innanzitutto, il QE non è in vigore nemmeno ora, almeno per quanto riguarda lo S&P 500.
      Inoltre, come precisato nell’articolo, si è indicata come improbabile l’ipotesi di un crollo simile ai precedenti proprio per la carenza di alternative.
      Tuttavia, per quanto la carenza di alternative rappresenti un elemento assolutamente favorevole per i mercati azionari (peraltro ripetutamente evidenziato nelle analisi del blog), è comunque credibile lo scenario di una fuoriuscita di liquidità dal sistema finanziario utile alla chiusura delle posizioni a leva, tanto più in una situazione in cui il margin debt è su valori ben più elevati rispetto a quelli del 2000 e del 2007.
      Alla lunga, la poca convenienza dei bond favorirà i mercati azionari, ma non sono escludibili forti cali, anzi.
      Ad ogni modo, io parto sempre dal presupposto di non conoscere il futuro e che le cose possano andare diversamente da come credo… è già successo.
      Mi limito a valutare il quadro d’insieme, e se lo stesso non mi rassicura, preferisco giocare in difesa.
      Riccardo

      • mauro ha detto:

        si la mia non voleva essere certamente una critica, in effetti diciamo la stessa cosa, la prudenza prima di tutto, sia per i long che per gli short, grazie per le tue analisi

        • RICCARDO FRACASSO ha detto:

          Certo, non l’ho assolutamente letta come una critica ma come un commento più che lecito.
          Riccardo

  2. Paolo ha detto:

    Ottima analisi, condivido, visto anche un $ abbastanza alto sullo sp500 si rischia troppo

  3. Luigi ha detto:

    Ad oggi, aldilà dell’analisi grafica dello S&P500, mancano all’appello diversi elementi, per poter prevedere un crollo come il 2000 e il 2007….ne cito SOLO UNO per brevità: la curva dei rendimenti
    sull’obligazionario governativo U.S.A.

    Al momento la curva è molto regolare….pertanto io rimango ancora LONG di medio periodo sull’azionario U.S.A.

    • RICCARDO FRACASSO ha detto:

      Certo Luigi, condivido che la curva dei rendimenti rappresenti uno dei tasselli mancanti rispetto alle precedenti inversioni.
      Al tempo stesso, però, ribadisco di non aver parlato di inversione ma di forte correzione, ed anche una ‘semplice correzione del 38,2% di Fibonacci, significherebbe scendere al di sotto dei 1.600 punti.
      Poi va pure detto che questo ciclo è differente dai precedenti, perché caratterizzato da ben 3 QE, la cui fine rappresenta di per se già un deciso rientro di politica monetaria.
      In altre parole, in questa occasione non è escludibile nemmeno che il mercato inverta in assenza di una curva piatta (fermo restando che, ribadisco, io continuo ad ipotizzare una forte correzione e non un’inversione vera e propria).
      Riccardo

  4. Riccardo ha detto:

    Ciao Riccardo,
    ponendosi di fronte al tuo grafico monthly solo un miracolo potrebbe rilanciare il prezzo dell’indice su livelli significativi di TOP assoluto. Giusto x quantificare un ulteriore rialzo del 2,5% farebbe segnare un triplo max, pertanto i margini di rialzo giustificano la tua ipotesi correttiva.
    Ovviamente tutto è possibile specialmente in USA, in ogni caso dovendo assumere dei rischi speculativi in questo momento le posizioni al ribasso sarebbero più che lecite. Interessante sarebbe quantificare attualmente i volumi relativi alle opzioni su scadenze giu/set in modo da avere un quadro più completo sulle intenzioni degli investitori.
    Grazie e buon lavoro.

    • RICCARDO FRACASSO ha detto:

      Ciao Riccardo,
      io non escluderei a priori nemmeno una falsa rottura.
      Saluti.

  5. Luigi ha detto:

    Grazie RICCARDO della tua risposta,infatti anche io ribadisco che NON hai mai parlato di inversione del ciclo primario ma, allo stato attuale in base alle mie proiezioni future dello S&P500 e in base al fattore tempo sul ciclo primario mi sento di escludere categoricamente anche un ritracciamento intorno ai 1500 punti di S&P500. Opinione personalissima.
    Grazie ancora della Tua eventuale risposta.

  6. Pierluigi ha detto:

    ciao riccardo
    ad integrazione di quanto detto finora faccio notare che il sondaggio mensile condotto dalla confindustria americana evidenzia un deterioramento del sentiment degli imprenditori,infatti le aziende che programmano di espandere gli organici sono scese al 9% dal 15% di tre mesi fa.
    é un dato sconsolante perchè anticipa una diminuzione del ritmo di creazione di buste paga.Questo dato anticipa di sei mesi il tasso di disoccupazione che adesso minaccia di sliltare verso l’alto.
    mettiamoci anche la riduzione di redditivita da parte delle imprese americane e non solo il quadro non è certamente esaltamte.
    complimenti per le tue analisi
    buona serata

    • RICCARDO FRACASSO ha detto:

      Grazie per i complimenti e per il contributo Pierluigi.
      Buona serata.
      Riccardo

  7. enzo ha detto:

    ciao riccardo volevo chiederti un tuo parere sul gap di febbraio sull’eurostoxx non ancora chiuso e con i mercati apparentemente orientati a rialzo. un gap non di piccole dimensioni che difficilmente ritengo non venga chiuso

    • RICCARDO FRACASSO ha detto:

      Ciao Enzo,
      è un gap rappresentativo di forza perché formatosi ad inizio trend.
      Può darsi sia chiuso entro l’anno ma a mio avviso servirà tempo.
      Saluti.
      Riccardo

      • enzo ha detto:

        ma in base alla tua esperienza e’ difficile che rimanga aperto un gap del genere o potrebbe anche capitare,in quale parte dell’anno ritiene probabile la chiusura durante brexit grexit etc

        • RICCARDO FRACASSO ha detto:

          Non esiste una statistica, o perlomeno non la conosco.
          Ritengo serva tempo, è distante dai livelli attuali, e comunque non focalizzerei tutta l’attenzione ai gap.
          Le minacce per un nuovo calo sono diverse, ma indicare ora una tempistica per una chiusura di gap rappresenta un azzardo fragile e di scarsa utilità.
          Buona giornata.

          • enzo ha detto:

            sig riccardo chiedendole un consiglio di investimento mi consiglio’ le obbl.corporate in quanto acquistate da draghi,gli effetti sulle quotazioni cominciano a farsi vedere,lei ritiene che possa essere ancora un buon investimento.
            ha qualche esempio

            • RICCARDO FRACASSO ha detto:

              Salve Enzo,
              la mia preferenza rispetto ai bond governativi era ed è legata alla alla estensione del QE al settore corporate.
              Rimane la preferenza ma in generale, si sta parlando comunque di un settore meno sconveniente (in buona sostanza, si sta parlando di una componente del portafoglio, non di più).
              Nessun esempio perchè è consigliabile diversificare con l’uso di risparmio gestito per eliminare il rischio specifico.
              Buona giornata.
              Riccardo

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