Lo S&P 500  ha chiuso la seduta a 2.752 punti, registrando un -1,32%.

Il bilancio settimanale è pari ad un -2,62%.

Maggio si chiude con un -6,58%.

La chiusura sui minimi mensili ne anticipa ulteriori nel corso di Giugno, peraltro mese statisticamente sfavorevole:

Rappresentazione grafica delle rilevazioni medie dello S&P 500 (ultimi 20 anni).
In cima alle colonne la percentuale di chiusure mensili positive, alla base la performance media.

Sono svariati le analogie con le fasi pre-inversione del 2000 e del 2007 (ampiamente trattati nell’ultimo check up) :

  • curva dei rendimenti piatta/invertita;
  • aspettative di un ritorno ad una politica espansiva (il che implica l’attesa di un rallentamento economico);
  • probabile stadio 4 del ciclo economico a 6 stadi;
  • enormi eccessi;
  • potenziale fase di inversione della leva finanziaria;
  • potenziale fase distributiva degli indici americani.

Pur considerando la poca appetibilità del comparto obbligazionario, e pur non escludendo temporanei rimbalzi (di interesse per i trader), per gli investitori emerge un quadro in cui il rendimento non giustifica in alcun modo il rischio potenziale del quadro.

Con ciò non si vuol affermare che l’eventuale discesa avrà le dimensioni di quelle iniziate nel 2000 e nel 2007 (potrebbero essere inferiori come superiori), ma semplicemente che al momento il gioco non vale la candela.

Conferme ribassiste nel caso di:

  • incrocio della morte (evento al momento distante);
  • ulteriore perdita di forza relativa nei confronti dell’oro e dei tresury;
  • un dato sulla disoccupazione in deciso rialzo (questo elemento renderebbe quasi certa una prossima recessione).

Riccardo Fracasso

Tagged with:
 

Comments are closed.

Set your Twitter account name in your settings to use the TwitterBar Section.