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Mercoledì sera sono stati pubblicati i verbali relativi all’ultimo incontro della Federal Reserve di inizio novembre.

Le cosiddette minute evidenziano come la maggioranza dei membri ritiene adeguato un rallentamento del rialzo dei tassi.

Pertanto, si riduce ulteriormente l’ipotesi di un rialzo dello 0,75% alla prossima riunione (14 dicembre) a favore di un innalzamento dello 0,5%.

La notizia ha innescato nuovi acquisti sia sul mercato obbligazionario che su quello azionario.

Come scritto la scorsa settimana, però, col tempo assumeranno sempre maggior importanza i dati sulla crescita.

Finora il dato sulla disoccupazione (uno dei più seguiti) ha abbellito in superficie l’economia la cui situazione, nemmeno andando troppo in profondità, non è così rosea.

L’inflazione è destinata ad avere ripercussioni negative e i provvedimenti monetari volti a contenerla sono finalizzati proprio a raffreddare l’economia (rialzo della disoccupazione, sgonfiamento bolla immobiliare, contrazione utili).

Solitamente l’avvicinamento del pivot dei tassi avvicina il bottom sui mercati azionari che, però, prima devono attraversare una nuova ondata di vendite in cui parte dei flussi in uscita si dirige in alcuni segmenti obbligazionari.

In più occasioni ho evidenziato che in questa fase è molto più probabile che non sia l’azionario, ma l’obbligazionario (almeno la parte con miglior rating), ad aver toccato il fondo.

Confermo.

Non si sta parlando di ‘occasione della vita’ come poteva essere, ed effettivamente è stato, quando anni fa parlai del comparto aurifero e più recentemente delle materie prime agricole (grano e caffè).

Infatti, si tratta di un asset che proveniva da decenni di enormi rialzi e da valutazioni assurde (non scordiamoci i rendimenti negativi raggiunti persino dal BUND decennale!).

Conseguentemente, per quanto sia stato forte e rara la discesa, è stata ben motivata ed è impensabile un ritorno ai massimi raggiunti in passato, tanto più in un contesto in cui l’inflazione, pur in calo, resterà elevata.

Ritengo che la vera occasione si presenterà proprio sul mercato azionario ma, semplicemente, non è ancora il suo momento.

È mio parere, inoltre, che se acquistato ai giusti livelli tutto il mercato azionario offrirà margini di guadagno interessante, ma l’opportunità più importante sarà offerta dall’oriente, perché anche sulle principali borse occidentali (Stati Uniti e Germania) vale quanto detto pocanzi per il mercato obbligazionario: gli indici provengono da decenni di rialzi straordinari che hanno alimentato enormi bolle.

Sia chiaro che ciò non significa assolutamente concentrarsi esclusivamente su un’area di investimento, perché l’obiettivo principale per chi costruisce un portafoglio resta quello di ridimensionare il più possibile il pericolo di perdere il controllo del rischio e restare in balia dei mercati (a quel punto anche un professionista finanziario ha poche armi per intervenire).

Riccardo Fracasso

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