Lo shadow banking system è una rete di intermediatori (hedge fund, fondi previdenziali, società di investimento, finanziarie di garanzia, veicoli creati per scopi specifici e altre entità) priva di regolamentazione (o perlomeno con una regolamentazione molto elastica), ed  è parallela a quella tradizionale, che al contrario è disciplinata.
 
Gli operatori  dello shadow banking trattano tutti gli strumenti finanziari legati ai mercati ‘over the counter’ (non regolamentati): derivati,  swap,  Asset backet securities (Abs), CDS, cartolarizzazioni, Collateralized debt obligation (Cdo).
Tra l’altro, acquistano crediti a lungo termine e li smobilizzano con l’emissione di obbligazioni il cui rimborso è garantito dai crediti stessi, che spesso si rilevano inesigibili causando forti perdite ai sottoscrittori (come successo con gli MBS, quei titoli obbligazionari garantiti dai crediti dei mutui subprime).
 
I pericoli d’insolvenza e di instabilità sistemica indotti da tale finanza parallela sono elevatissimi.
 
Il problema non sta tanto negli strumenti utilizzati (per es. un uso corretto dei derivati può permettere di coprire il proprio portafoglio, quindi ridurre il rischio e non aumentarlo) ma nell’uso che ne è fatto.
Il problema non è la speculazione in sé (che tra l’altro offre il vantaggio di rendere costantemente liquido il mercato), ma il fatto che non sia controllata.
 

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