Non può esser una coincidenza.
Se da una parte l’euro favorisce lo scambio tra i Paesi membri, dall’altro l’impossibilità di gestire autonomamente la politica monetaria o di svalutare la propria moneta, costituiscono dei problemi.
I recenti rialzi dei tassi possono aiutare la Germania per contenere l’inflazione, ma pesano fortemente sugli Stati con una crescita debole ed ancor più su quelli con debiti enormi.
Non mi sfugge, ad ogni modo, che anche alcuni Paesi (vedi Regno Unito) che partecipano all’UE ma non utilizzano l’Euro, non se la passino bene.
A mio parere, è stato concesso con troppa facilità l’ingresso nell’Area Euro.
Sono stati fissati dei paletti (60% debito/PIL e 3% deficit/PIL) che al momento nemmeno la Germania rispetta.
Controlli insufficienti hanno permesso ad alcuni Stati (Grecia, ma ho l’impressione che non sia l’unica) di esser promossi truccando i bilanci; all’Italia è stata invece aperta la porta persino con una deroga ai criteri richiesti.
Stati deboli come la Grecia, una volta aderito all’Euro (1 gennaio 2001), riscuotendo maggior considerazione dal mercato, hanno emesso, con successo, quantitativi enormi di obbligazioni.
Forse qualcuno doveva spiegar loro che ‘obbligazione’ è un sinonimo di ‘debito’ (a dir il vero bisognerebbe spiegarlo all’intero occidente).
A quel punto, il governo si è visto arrivare nelle casse somme smisurate e non ha saputo far di meglio che sperperarle con provvedimenti insostenibili, mentre il debito saliva alle stelle.
Conosciamo tutti quale è l’attuale situazione.
Il motto dell’Unione Europea è ‘Uniti nella diversità’ ma è proprio questa eccessiva diversità a non far funzionare il sistema.
Ad esempio, l’assenza di una lingua comune riduce i benefici sugli scambi che può portare una zona di libero mercato.
Anche gli Stati Uniti sono composti da Paesi molto diversi tra loro, ma lo spirito di solidarietà è maggiore, tant’è che gran parte delle spese dei singoli Stati viene coperta dal governo centrale che può raccogliere risorse emettendo i treasury bond.
In Europa, l’idea degli Eurobond è per il momento pura utopia perchè rifiutata dai Paesi più sani.
Il motivo? Il livello dei tassi col quale verrebbero emessi sarebbe inferiore a quello dei titoli emessi dagli Stati in crisi, ma superiore a quello delle obbligazioni dei Paesi più forti.
In sintesi, gli Eurobond avvantaggerebbero i Paesi deboli ma penalizzerebero quelli forti, ed è per questo motivo che questi ultimi non prendono in considerazione tale ipotesi.
E’ pur vero che i risultati di un’Unione allargata, sono sotto gli occhi di tutti.
Riccardo Fracasso
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