Partiamo subito col grafico dello S&P; 500:

 
 
L’indice americano ha chiuso a 1.162 punti, registrando un -2,21%.
 
La soglia a 1.183 punti, che da due sedute era rimasta inviolata, mantenendo vive le speranze di un rimbalzo, oggi è stata perforata con estrema semplicità.
Si conferma la regola secondo la quale, in un mercato ribassista i supporti perdono di importanza.
 
E superata tale soglia si è andati direttamente a quella successiva (1.158).
Il problema è che si è chiuso sui minimi, rendendone probabili ulteriori nella seduta di domani, e ciò significherebbe che, con ogni probabilità, scivoleremo sotto i 1.158 punti.
 
A questo punto si possono distinguere due ipotesi:
    • se lo sforamento non dovesse esser confermato in chiusura, allora, anche grazie ad un detrended che segnala un buon ipervenduto, potremo assistere ad un rimbalzino con obiettivo massimo l’area di resistenza 1.220-1.230 (ma è più probabile ci si fermi prima);
    • nel caso  in cui la rottura del livello di Fibonacci a 1.158 trovasse conferma in chiusura, l’obiettivo diventerebbe automaticamente quello di perforare il minimo segnato il 4 ottobre (1.075 punti). Non si esclude che, in tale scenario, si possa prima assistere ad un pull back proprio sui 1.158 punti.
 
Che si verifichi uno scenario o l’altro, l’impostazione di fondo resta sempre ribassista, anche considerando che il recente mancato accordo sulla riduzione della spesa pubblica potrebbe portare ad un declassamento del rating degli Stati Uniti.
Riccardo Fracasso
 

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