S&P: SEGNALI DI STANCHEZZA.
Partiamo subito col grafico dello S&P; 500:
L’indice americano ha chiuso a 1.195 punti, registrando un +0,22%.
Ultime sedute:
Non posso che confermare la mia visione: nell’attuale contesto economico e con i trend di medio e di lungo periodo negativi, ritengo improbabile che il mercato possa superare con convinzione l’area di resistenza (1.220-1.230 punti).
Inoltre, pur rimanendo tale soglia l’obiettivo del rialzo, come sottolineato nell’ultimo articolo dedicato allo S&P;, non è detto che sia raggiunto.
Ieri l’indice ha toccato un massimo a 1.204 punti, ma non è stato mantenuto in chiusura a causa delle vendite scattate proprio nell’ultima ora, fase rilevante e spesso rivelatrice della seduta.
Ci sono buone possibilità (anche se non si può ancora parlare di evento probabile) che il recupero iniziato venerdì pomeriggio possa essersi esaurito col massimo segnato ieri (1.204 punti), e che con la seconda parte della settimana si rispetti la regola secondo la quale la chiusura di un periodo (la scorsa settimana) sui minimi (1.159) ne anticipi di ulteriori nella successiva (la settimana in corso).
Riccardo Fracasso
Archivi
Ultimi Articoli
- Free risk, fuga dai depositi e stretta
- S&P 500: analisi grafica
- Powell: tassi, stretta creditizia e recessione
- L’importanza del sentiment
- Ftse Mib, banche e rapporti di forza
- S&P 500: aggiornamento
- Cigno nero?
- Anche buone notizie sui mercati
- S&P 500: analisi grafica
- La Sillicon Valley Bank fallisce
- Powell, inflazione, recessione
- S&P 500: analisi grafica
- Ftse Mib: analisi grafica
- Curva dei rendimenti, inflazione e recessione
- Il lungo termine