Ftse Mib: analisi Fibonacci
Un prezioso contributo di un brillante lettore ha evidenziato un aspetto grafico alquanto rilevante per il nostro Ftse Mib che raccolgo volentieri e propongo oggi come importante integrazione dell’analisi di ieri.
Ieri s’è sottolineato come i prezzi del nostro indice siano giunti alla mediana della forchetta ribassista di medio periodo, che ne rappresenta un target potenziale.
Oggi, allarghiamo lo sguardo applicando i ritracciamenti di Fibonacci al rialzo avviatosi dal minimo di Luglio 2012 e culminati col massimo di Aprile 2015:
Si osservi come i prezzi abbiano raggiunto il primo livello di ritracciamento di Fibonacci.
Ciò premesso, alcune considerazioni:
- dal punto di vista statistico il più delle volte il primo storno si esaurisce al primo ritracciamento di Fibonacci;
- presso tale livello attualmente converge la mediana della forchetta ribassista di medio termine (chi mi segue sa bene l’importanza che assegno alle aree di convergenza);
- siamo vicini a segnali di eccesso di ipervenduto;
- in una situazione di panic selling è sempre rischioso ricercare un target poichè si affievolisce l’importanza dei supporti; tuttavia, è giusto ricordare come il panic selling rappresenti un sentiment tipico delle fasi terminali di un trend ribassista.
Punto più, punto meno, quindi, area 19.600 costituisce una soglia alquanto solida.
Riccardo Fracasso
26 Responses to Ftse Mib: analisi Fibonacci
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Buongiorno Riccardo,analizzando la discesa del fine 2014 e quella in corso come da te sottolineato le analogie sono tantissime..!!Ho notato che l’anno scorso la discesa è avvenuta secondo la figura ab=cd con il rimbalzo bc terminato su 61,8 di fibonacci.Applicando questo schema all discesa attuale punto A 11 agosto B 24 agosto..,rimbalzo stile ‘bandiera’ fino al punto C del 3 dicembre (caso strano circa 61,8 di fibonacci del movimento precedente) e D che potrebbe essere a circa 19000.Volevo sapere cosa ne pensi e se il mio schema ha una logica..!!Ovvio che spero che i 19600 reggano e che da lì si possa ripartire al rialzo.
Grazie mille e buon week end
Pietro
Salve Pietro, ti chiedo la cortesia di inviarmi il grafico con relative tracciature a finanzaedintorni@gmail.com.
Riccardo
la formazione di questo nuovo minimo decreta univocamente la prosecuzione di un ribasso che produrrà nuovi minimi ( 18000 o 16700 ) o TECNICAMENTE il TREND di FONDO LONG è ancora INTATTO ?
Salve Alessandro, il trend primario indubbiamente rialzista (è intatta la sequenza di minimi e massimi crescenti).
Un’eventuale tenuta dell’AREA intorno al ritracciamento di Fibonacci rappresenterebbe un segnale positivo importante.
Ripeto, si parla di area intorno ad un valore.
Riccardo
Ciao Riccardo,perfetto ti invio le tracciature in tarda mattinata perché non il pc a portata di mano.Grazie mille.
Prego, ciao.
Riccardo
Buongiorno Riccardo e grazie per l’ulteriore spunto sul nostro indice. In via del tutto eccezionale, potresti fare una breve analisi sul dax per capire eventuali analogie con la situazione del nostro. Nel senso che se anche lui fosse pronto per una ripartenza, il
movimento corale degli indici darebbe maggiore importanza all’ipotesi di un rialzo per il nostro indice… spero di essere riuscito a farmi capire… grazie comunque in ogni caso
Salve Filippo, conosci la mia politica in merito alle analisi su richiesta.
Ad ogni modo, posso dirti che il DAX ha toccato il ritracciamento del 38,2% (area 9.550) ad Agosto, Settembre ed Ottobre.
Riccardo
Buongiorno Riccardo,volevo esporti una mia considerazione in merito al gap apertosi da 21420 a 21200 su time frame day e week.Normalmente i gap week vengono chiusi in breve tempo!!!!
Altra mia considerazione, contando le varie onde sul trend primario di lungo periodo ( prima onda da 12273 a 22607,seconda onda da 22607 a 17552,terza onda da 17552 a 24157,quarta onda da 24157 a 19631, quinta onda da 19631 a ????)se non si dovesse realizzare la quinta onda di fatto saremmo in un mercato orso.
Cosa ne pensi?
Grazie e buona giornata
Salve Alessio,
in merito alle onde di Elliot ritengo di non avere una preparazione tale da permettermi di fornire indicazioni.
Per quanto rigaurda il gap down concordo sul fatto che possa essere chiuso in tempi relativamente stretti anche se prima è necessario che le vendite si esauriscano.
Buona giornata.
Riccardo
RICCARDO Ciao .Perfetto questo POST d’approfondimento .
Mi permetto alcune mie considerazioni che spero possano contribuire.
FIBONACCI è uno strumento di SUPPORTO essenziale per poter analizzare e cercare di capire cosa è successo e cosa potrebbe accadere .
Nel mio POST “BOX 2009-2015 di ieri ” ,che tengo sotto osservazione da più anni , era esattamente per sottolineare questa lunga fase laterale (a proposito grazie della TUA RISPOSTA ).
Per TRACCIARLO sono partito da una BASE/PUNTO inferiore ben acclarato/definito( come spesso TU ci indichi) che si trova in area 12100p/12300p (TRIPLICE MINIMO DEL 2009-2012).
La BASE superiore con i massimi del 2015 (APRILE-LUGLIO
che hanno sfiorato i massimi di OTTOBRE 2009) in AREA 24150/24550p per il momento è ancora in via di definizione .
Questo BOX ingabbia le quotazioni e credo che qui dovremmo/potremmo essere d’accordo su questo punto.
Partendo da questo pressuposto :
1)nel 2014 con FIBONACCI (un lettore l’ha già sottolineato)con A = min. 2012 B = max . 2014 abbiamo avuto un ritracciamento fino AREA 50% con 2 minimi crescenti in OTTOBRE e DICEMBRE 2014 prima della ripartenza in GENNAIO 2015.
2)Anche nel caso che se alzassimo il PUNTO A= min. GIUGNO 2013 B= max . sempre 2014 notiamo che anche in questo caso il primo STEP di ritracciamento 38,2% non ha tenuto ed anzi abbiamo sforato il 61.8%(mi ripeto con 2 minimi crescenti in OTTOBRE e DICEMBRE 2014 prima della ripartenza in GENNAIO 2015).
Questa premessa per attirare l’attenzione che in queste 2 situazioni quello che INDICAVI NEL POST DI OGGI:
“dal punto di vista statistico il più delle volte il primo storno si esaurisce al primo ritracciamento di Fibonacci” non si è verificato (COSA CHE NON INFICIA LA STATISTICA ).
Certo se nel 2° caso l’ANALISI è solo su un’ ARCO TEMPORALE ANNUALE nel 1° caso l’ANALISI è PLURIENNALE .
Da queste considerazioni nasceva la mia preoccupazioni indicando possibile la continuazione della discesa sino ai 18200p (se si dovesse ripetere in toto il 1° caso).
Nella 2° possibilità se si dovesse ripetere in toto, oltremodo PESSIMISTICA , indicavo una discesa ,non auspicabile ma non da escludere completamente , fino ad AREA 16850/16700P (livello del 61.8% di ritracciamento)
Nelle mie 2 IPOTESI prendevo in considerazione la possibilità (e non la certezza) dello sforamento del PRIMO RITRACCIAMENTO DI FIBONACCI al 38,2%.
Credo che la si debba mettere nelle POSSIBILITA’ dell’ANALISI con FIBONACCI .
Fermo restando , che per il momento , il
“BOX PLURIENNALE 2009-2015” che INGABBIA il NOSTRO INDICE (area 12200p area 24500p ) non viene ,ancora una volta messo in discussione.
Questa SITUAZIONE annosa/fastidiosa(PURTROPPO CREDO PER TUTTI NOI ), sta facendo la differenza con tutti gli altri INDICI MONDIALI.
Mai come in questo contesto le parole “PRUDENZA/PAZIENZA”
debbano essere un FARO PREZIOSO per TUTTI NOI.
Grazie come sempre in anticipo per una TUA opinione
se possibile.
Buon Fine Settimana Maurizio
Dunque, nel campo delle analisi devono essere considerate tutte le ipotesi.
Ad ogni modo, stiamo assistendo ad un calo che si sta rivelando (almeno secondo mia aspettativa) più marcata di quanto atteso.
Io penso che l’ipotesi centrale debba essere quella di una tenuta dell’AREA di supporto intorno a 19.600 punti, peraltro in linea con altre aree di supporto (DAX e non solo).
Poi, se ci sarà rottura (non sforamento) allora guarderemo a livelli più profondi, ma personalmente troverei possibile ciò solo nel caso di un peggioramento sostanziale della situazione cinese e del petrolio.
Riccardo
RICCRDO Grazie per la risposta .
Il messaggio che ci hai inviato tramite la risposta al lettore per l’ANALISI sul DAX ……OK RECEPITO.
Buona Domenica Maurizio
Buona domenica.
Riccardo
Ciao Riccardo, grazie per le tue analisi, dico anche io la mia:
io di eccessi ancora non ne vedo sul MIB, se guardo il settimanale vedo che lo stocastico non è ancora in ipervenduto, RSI a 33,9, un valore degno di nota secondo me è la sma200 che transita a 18890, ecco io penso che da lì POTREBBE starci un rimbalzo, è concesso sforamento provvisorio (SMA50 sul mensile a 18750 che ha arrestato spesso le discese?). un altro elemento interessante da analizzare sono sicuramente gli ultimi gap, ero molto indeciso sulla tipologia di gap di fronte al quale ci siamo trovati questa settimana sul grafico giornaliero, ero indeciso se fosse di continuazione o di esaurimento, ora penso di avere abbastanza elementi per dire che è di continuazione, sia i prezzi che i volumi rispettano i requisiti, inoltre il fatto di essere andati vicini alla sua chiusura venerdì ma non averlo chiuso, credo sia segno di debolezza, concretizzatasi poi nel tardo pomeriggio. dax vedo area 9350 e SP500 1870 come buonissimo supporto, da segnalare inoltre che su moltissimi indici il mese scorso si è concluso con delle bearish engulfing, che dire ancora? eni diretto in area 12€, UCG ha violato minimi che non violava da 2 anni, petrolio l’hai già detto tu, per quanto riguarda il gap down sul weekly, concordo, di solito viene chiuso in breve tempo (3-4 settimane al massimo). grazie anccora e buon weekend
Ciao Zaehr,
grazie per il contributo.
in merito alla media mobile a 200 giorni transita a 22.535 punti.
L’RSI è ad un soffio dal scendere sotto i 30 punti che potrebbe bucare facilmente se i prezzi dovessero avvicinarsi o raggiungere i minimi settimanali.
Inoltre, anche esaminando l’andamento dell’RSI, non sempre il rimbalzo attende la discesa chirurgica dell’indicatore al di sotto dei fatidici 30 punti.
Buon weekend.
Riccardo
Mi viene spontaneo un commento al volo di tipo del tutto diverso da quello che fin dai giorni scorsi avrei voluto fare e che penso farò.
Dico del tutto diverso perché è esclusivamente grafico e riguarda appunto Fibonacci e la forchetta ribassista. Sono argomentazioni che più di tanto non mi hanno mai interessato (e soprattutto sulle quali non ho mai fatto alcun sostanziale affidamento) principalmente perché si possono usare per dire cose e trarre conclusioni anche molto diverse tra loro: riconoscendone quindi una validità “multipla” e soprattutto a posteriori, il che è molto pericoloso.
E lo spiego appunto con l’esempio che mi ha ispirato il post di Riccardo. La conclusione che si trae mi pare di aver capito sia quella di considerare la mediana della forchetta ribassista come supporto (anche in quanto area di convergenza del primo ritracciamento di Fibonacci) e puntare almeno su un rimbalzo che si estenda da tale mediana fino alla parallela superiore.
Ebbene, mi chiedo:
1) sia perché appunto in presenza di un coltello che cade;
2) sia perché la stessa statistica attibuisce più probabilità al raggiungimento del SECONDO livello di ritracciamento (ossia il 50%);
3) sia perché proprio questo livello “convergerebbe” con quello di riconoscimento della parallela inferiore della forchetta (quindi un riconoscimento “completo”);
4) sia perché infine quel livello è anche un supporto statico allineato con i minimi dell’anno scorso;
per tutti i motivi sopraelencati, cosa vieta che il ribasso prosegua fino a area 18000 punti e poi da lì, SOLO DA LI’, si avvii il rimbalzone fino ai livelli attuali ? In altri termini, cosa esclude che anziché estendersi dalla mediana alla parallela inferiore della forchetta, esso avvenga dalla parallela inferiore alla mediana ?
Inutile dire che in tal caso tutte le posizioni long aperte finora andrebbero a trovarsi in perdita…
Ma soprattutto inutile dire che apparirebbe oltremodo una forzatura (ancor più di quanto a mio avviso non lo sia già da tempo) poter continuare a sostenere di trovarsi in un trend rialzista. Certo di lungo periodo, ma in tal caso occorrerebbe sempre tener presente che il lungo periodo si associa a RANGE terribilmente ampi e quindi a livelli di stop loss a doppia cifra, che non credo proprio siano compatibili con la filosofia di un normale investimento.
Un saluto.
Andrea
Mi piace il confronto con te Andrea ma talvolta trovo piuttosto ingeneroso e discutibile il tuo pensiero.
E allora discutiamone.
Io penso che si sia dimostrato in diverse occasioni in questo blog come l’analisi tecnica, se usata in un certo modo, possa risultare piuttosto affidabile ed è comodo quanto sbagliato rimarcare i casi in cui tale materia (o la mia personale lettura) non è confortata dall’andamento del mercato, e soprassedere ogni qualvolta le previsioni si rivelano corrette.
Se poi si vuole negarne l’efficacia anche a fronte dei risultati complessivi, allora devo rilevare una spiacevole malafede.
Frequentemente nel mio lavoro ho modo di constatare perplessità di fronte all’utilità dell’analisi tecnica, ma sempre da parte di chi, guarda caso, non la conosce o la conosce molto superficialmente, quasi ad autogiustificarsi la poca voglia di provare a capirla, a prendere in mano un libro.
E ritengo anche, seppure si tratta di una materia che si presta a qualche ambiguità di lettura, di aver rispettato una indiscussa coerenza nel formulare analisi e conclusioni.
In questi giorni avrei potuto semplicemente dar la colpa alla Cina … non l’ho fatto.
Consentimelo, ma credo proprio che la tua impreparazione ti porti a considerazioni molto sbagliate come quelle del tuo commento (ma anche in commenti passati).
Personalmente quando mi trovo in un ambito in cui riconosco le mie scarse conoscenze preferisco limitarmi a chiedere informazioni, chiarimenti o, al massimo, se azzardo una opinione lo faccio per chiedere se è corretta.
Ad ogni modo, proseguiamo.
Innanzitutto, nel caso specifico si parla di ritracciamenti di Fibonacci e non di Estensioni di Fibonacci (questo è un link per comprenderne la differenza http://finanzaedintorni.info/2010/08/03/fibonacci/).
Nel caso dei ritracciamenti di Fibonacci, dal punto di vista statistico lo storno si esaurisce al PRIMO livello (38,2%) e non al secondo.
Ovviamente, al di là della statistica (che comunque è importante) un livello assume più o meno importanza a seconda di eventuali convergenze tecniche.
Per quanto riguarda la mediana, rappresenta un’area di target, ed è lecito attendersi la chiusura di eventuali posizioni short presso un target.
Che poi sia vero che il coltello stia cadendo, non v’è dubbio (l’ho scritto), ma ho evidenziato un’area in cui convergono due elementi importanti, quindi un’area graficamente rilevante.
Niente esclude un calo più profondo, ma non ho scritto il contrario.
Si parla di scenari più o meno probabili: se si indica come probabile una ipotesi, non si escludono le altre, ma più semplicemente le si indicano come meno probabili.
In merito al trend, mi sfugge dove risieda la forzatura di cui parli.
Il trend primario è rialzista e non posso affermare il contrario per far piacere a qualcuno, altrimenti si che finirei per usare l’analisi tecnica in modo scorretto.
Ad ogni modo, l’obiettivo che mi pongo è quello di sfruttare i vari trend medi rialzisti che si sviluppano all’interno di un trend primario ascendente, evitando i trend secondari ribassisti.
Il tempo dirà se siamo di fronte ad una inversione o ad una semplice, seppur violenta, coda ribassista del trend secondario ribassista.
Per quanto violento, se tale trend ribassista (peraltro previsto ad inizio Agosto !!) dovesse esaurirsi, gli aspetti di fondo positivi (stagionalità favorevole, carenza di alternativa, politica espansiva) sono destinati a farsi sentire.
Vorrei ricordare (aspetto che noto che più o meno volutamente hai scordato), che un anno fa abbondante contestavi la mia positività avendo tu una visione negativa, ma poi il mercato è volato.
Se una persona è sempre ribassista su un mercato, non si parla più di negatività ma di pessimismo, ed il pessimismo (come l’ottimismo) è una parola che non dovrebbe esistere sul vocabolario degli operatori perché implica un approccio con pregiudizi, e quindi non obiettivo.
Buona domenica.
Riccardo
sma200 sul settimanale Riccardo non sul giornaliero :”se guardo il settimanale vedo che lo stocastico non è ancora in ipervenduto, RSI a 33,9, un valore degno di nota secondo me è la sma200 che transita a 18890″.
Già che ci sono aggiungo un altro elemento che mi sono dimenticato di elencare prima, eravamo in un rettangolo che ingabbiava i prezzi in 2000 punti, 20500 in basso e 22500 in alto, lo sforamento di 20500 in teoria dovrebbe portare a 18500. questi diversi elementi messi insieme mi portano alla conclusione di cui sopra, sarà interessante vedere come andrà settimana prossima. Buona domenica e grazie ancora
Non mi risulta una grande rilevanza della media mobile a 200 settimane…tu hai letto qualche considerazione diversa?
Riccardo
Ciao Riccardo,
a riguardo degli argomenti discussi con Andrea vorrei sottolineare alcuni aspetti che ritengo importanti:
1) Analisi tecnica e lettura dei grafici, se parliamo di lungo periodo (2012) sarebbe lecito interpretare semplicemente un grafico mensile del Mib40, dove si traccia con facilità un canale bullish attualmente testato e in leggero brak down della sua parallela inferiore.Questo elemento, se pur ufficioso (candela di gennaio) rappresenta un elemento di allarme.
2) Analisi fondamentale, se pur vero che siamo in presenza di mercati sterili quanto ad alternative è anche vero che la bolla obbligazionaria sta perdendo la sua forza e che il quadro economico globale sta rivelando la sua inconsistenza reale, sinora mimetizzata dalle politiche monetarie espansive. Se ben ricordo quando studiai economia questi interventi sono efficaci quanto l’acqua minerale per un malato di polmonite.
3)Analisi comportamentale, in una situazione come questa, dove i mercati sono appesi ad un filo, le probabilità di assistere ad un’inversione sono assai più elevate di quanto non lo fossero l’anno precedente per una serie di motivi ragionevolmente condivisibili.
In conclusione ritengo che siamo in presenza del classico bicchiere dove il livello di acqua a metà possa essere visto come mezzo pieno/mezzo vuoto.
Grazie x le discussioni sempre interessanti.
Riccardo.
Ciao Riccardo,
il punto che mi preme maggiormente precisare è che un trend primario rialzista è una sequenza di minimi e massimi crescenti (anche disallineati) della durata di almeno un anno.
Che poi noi si sia tracciata la forchetta rialzista di lungo termine quello è un discorso secondario, nel senso che quella forchetta ha dimostrato di governare il movimento, ma un suo eventuale abbandono definitivo (anche se da segnalare come aspetto negativo) non significa necessariamente che il trend primario non sia più rialzista, perché noi siamo ancora in presenza di una sequenza di minimi e massimi crescenti di almeno un anno.
Se poi il trend ribassista di medio periodo dovesse prolungarsi per altri mesi, allora si trasformerebbe in trend primario ribassista.
Mi auguro di aver fatto chiarezza.
Riccardo
ciao Riccardo,
seguo questo blog da qualche mese ma è la prima volta che commento…innanzitutto complimenti per il lavoro che fai e l’impegno che ci metti.
Il mio commento riguarda la forchetta ribassista del tuo ultimo post….a me sembra un pò forzata, sia per la posizione del punto 1 quasi uguale al punto 2, sia perchè il punto 2 è inferiore al max del 20 luglio….viceversa si potrebbe iniziare a prendere in considerazione la forchetta ribbassista di più lungo periodo 9 giugno 2014-13 ottobre 2014-20 luglio 2015, avremmo in quest’ultima ottica un target su mediana forchetta in area 18700/19000
Salve e grazie per i complimenti,
Il punto 2 che indichi in realtà è il terzo punto preso in considerazione per la costruzione della forchetta.
Nulla vieta che esso possa essere in linea o addirittura superiore al primo punto (per approfondimenti si rimanda al mio ebook http://finanzaedintorni.info/ebook/forchetta-di-andrew/ ).
Inizialmente presi in considerazione il massimo del 20 Luglio ma in seguito i prezzi hanno dimostrato di rispettare molto di più la forchetta costruita con punto C il massimo del 10 Agosto dal quale si è avviata la svolta ribassista.
Corretti entrambi i punti ma constatata l’aderenza con i prezzi è preferibile la seconda ipotesi, quella che ho proposto.
La forchetta che hai proposto è tecnicamente corretta ma non esclude la validità dell’altra.
E’ bene comunque precisare che all’interno di un grafico spesso si possono tracciare diverse forchette, purchè corrette dal punto di vista grafico.
Fermo restando che la forchetta da te proposta è corretta, al momento l’andamento dei prezzi non conferma (né smentisce) il rispetto di tale forchetta (manca il riconoscimento della parallela superiore), mentre in quella proposta nell’articolo ci sono diversi riscontri, il che la rende assolutamente ‘non forzata’.
Ma ripeto, una forchetta non esclude l’altra.
Buona giornata.
Riccardo
Caro Riccardo, la carne al fuoco della risposta è tanta (se così si può dire) e risulta difficile già solo tentare di procedere con ordine e stabilire una certa consequenzialità. Ma ci proviamo.
Comincerei col riproporre la mia premessa : non ho mai avuto un particolare feeling con gli aspetti puramente grafici, i quali non mi entusiasmano perché (purtroppo ex post) si rivelano spesso compatibili con conclusioni ed esiti troppo diversi tra loro, e quindi rischiosi, per poter essere posti a “base” o perno di un investimento. Possono essere d’ausilio, senza dubbio, e comunque nel quadro di quella indispensabile diversificazione di portafoglio – adeguata ai personali e soggettivi profili di rischio – che tu stesso hai ripetutamente auspicato ; ma ausilio e nulla più. Ovviamente sostenendo questo non intendo “imporre” a chicchessia quella che resta pur sempre una mia opinione e un mio criterio comportamentale. Impostazioni differenti sono tutte più che legittime, a patto ovviamente di accettarne tutte le conseguenze pratiche, sia positive che negative. Questo spiega anche perché non ho alcuna difficoltà ad ammettere ciò che tu stesso sottolinei, ossia il fatto di non essermi mai messo ad approfondire e studiare queste tematiche; ma comprenderai anche la naturalezza di questo comportamento : nessuno si mette razionalmente a dedicare il tempo per studiare qualcosa in cui non crede, che non lo appassiona o che non reputa utile. E siccome io ho una forma mentis portata all’oggettività e alla nitidezza, quella scientifica per capirsi, provo un’istintiva diffidenza verso tutto ciò che è intriso di ambiguità, quindi AT compresa. Per immedesimarti nel mio stato d’animo prova a immaginare di avere un termometro con cui misurarti la febbre che ti desse un valore “area 38”, il che in concreto vorrebbe dire compreso tra 37 e 39 ; o sul cruscotto della macchina un tachimetro che ti indicasse una velocità in “area 80”, cioè compresa tra 60 e 100 : con un autovelox nei paraggi non credo che lo riterresti granchè utile, anzi ! Ecco, le mie sensazioni riguardo all’ A.T. come guida negli investimenti sono abbastanza simili a queste.
Ho allora usato il grafico del tuo post semplicemente perché si prestava, per pura coincidenza, a fornire un esempio a mio avviso concreto, visibile e tangibile della mia opinione sull’ A.T. appena espressa. Ma con questo – e qui vengo al secondo punto – non intendevo minimamente avanzare una critica al tuo lavoro e men che meno disconoscere le previsioni giuste. hai avuto parecchie intuizioni vincenti, ma anche ricevuto per questo meritati e numerosi complimenti da altri, così numerosi che io ho – semplicemente – ritenuto che i miei fossero ridondanti rispetto al coro, e non avrebbero aggiunto nulla di più. Per questo ho spesso preferito sottolineare altri aspetti altrettanto meritevoli ma magari meno sottolineati (ad esempio la chiarezza e il carattere didascalico di molti commenti) ; oppure ritagliarmi il ruolo del “critico”, certo, a patto di intenderlo in modo costruttivo, ossia come confronto di idee diverse. Cosa che a mio avviso conferisce paradossalmente ancor più valore aggiunto ai complimenti, perché toglie a questi ultimi la patina di “clacque”, o di stucchevolezza, che magari a tratti rischiano di avere.
Quindi, tradotto in sostanza : mi scuso davvero se posso averti dato l’impressione di “ingenerosità” dei commenti, ma è un po’ – se vogliamo – la stessa ingenerosità dell’amico non compiacente. Se io avessi avuto davvero intenzioni, per così dire, di discredito, avrei potuto ad esempio ricordare adesso l’ “ipotesi di lavoro” avanzata lo scorso 18 dicembre, per capirsi quella secondo cui avremmo dovuto trovarci intorno a 22500 punti entro la prossima settimana: ma non mi ha minimamente sfiorato neppure l’idea di farlo, sia perché appunto era una pura ipotesi (e chi di noi non prende mai abbagli nelle proprie ipotesi !) sia perché dalle tue stesse parole traspariva chiaramente quanto ti fosse stata quasi “estorta” in modo del tutto prematuro dall’assedio di quanti in quei giorni – come ricorderai – sembravano quasi implorare oracoli da Mago Otelma.
La malafede è lontana anni luce dalla mia concezione dei rapporti interpersonali, anzi non la concepisco neppure, a tal punto da sentirmi non di rado un pesce fuor d’acqua : se solo percepissi (o mi venisse detto) di dare quest’impressione, sarei il primo ad acconsentire volontariamente a qualsiasi censura dei miei post e, anzi, a non postare più una sola riga (quindi d’ora in poi puoi tranquillamente regolarti su quanto appena affermato). Ti assicuro : mi sembra con te di vedere il replay di quanto vissuto negli anni proprio con persone dalle quali, in un paio di casi, mi sono alla fine persino sentito chiedere di fare il testimone di nozze 🙂
Chiarito quanto sopra, facciamo un passo indietro e rivisitiamo quella fine del 2014 che appare così simile alla fine del 2015 : si proveniva da una candela decembrina identica (-5%) così come da un anno spezzato in due (prima salita poi discesa) altrettanto identico.
Tu ricordi giustamente il mio pessimismo, che infatti c’era. Ma aveva i suoi ben validi motivi che – per quanto possa apparirti paradossale – credo non siano mai stati negati. Tanto per cominciare, era un pessimismo che nell’ultimo post dell’anno (quindi quello credo più significativo) mi pare fosse condiviso anche da te : allego il link http://finanzaedintorni.info/2014/12/page/3/
e in particolare riporto queste frasi :
“Siamo di fronte ad una figura che esprime indecisione anche se va precisato che lo sviluppo dell’anno (prima parte al rialzo e seconda al ribasso), ben visibile nel primo grafico, è da classificare tra gli aspetti negativi. Ad ogni modo, si conclude l’anno col trend primario rialzista ma che al momento, frenato dagli eventi, non riesce ad invertire quello secondario in solido calo”. Nonché la conclusione : “Tuttavia, l’incertezza non è certamente amata dai mercati e pertanto appare più corretto finanziariamente stare liquidi in questo momento”. Potrei dirti che la mia personale incertezza verteva – se ricordi – sul se e quanto l’imminente QE di Draghi fosse stato già scontato o meno dai mercati, visto che se ne parlava come altamente probabile o addirittura certo già da settimane se non da mesi. Io ero convinto che fosse già stato scontato ; tu no.
Ebbene, alla luce dell’evoluzione del 2015, potrei dire che avessimo ragione entrambi. Riflettendo a posteriori, si potrebbero individuare a mio avviso due chiavi di lettura. La prima è che il QE fosse stato scontato dalle mani forti, ma non dalle piccole. E la salita verticale, quasi euforica, del trimestre gennaio-aprile altro non abbia riflesso che l’entrata sul mercato proprio delle mani deboli, testimoniata indirettamente dai dati eccezionali di raccolta registrati in quagli stessi mesi dalle società del risparmio gestito: soldi che – non si fa fatica a immaginare – sono stati letteralmente buttati sul mercato appena raccolti, facendo salire di tutto e di più, senza la minima scrematura tra società buone o spazzatura, tra titoli davvero sottovalutati ed altri già sopravvalutati, e così via. Questa ipotesi di allora (in quanto ipotesi anche un potenziale abbaglio ; ma a quanto pare è stata confermata dai fatti) è che nella fase laterale successiva a quella parossistica salita le mani forti abbiano distribuito quanto accumulato in precedenza nel 2014, cioè moltissimo tempo prima che il QE fosse attuato, molto tempo prima che fosse annunciato, e comunque abbastanza prima che fosse anche solo deciso. Distribuzione finita durante l’estate per poi, guardacaso, lasciare spazio a una lenta inesorabile discesa che è perfettamente sintetizzata – in modo grafico – dalla forchetta ribassista del tuo ultimo post, la quale praticamente fin da allora non ha in realtà mai cessato di valere e che anzi rischia, se continuerà a dettare tempi ed estensioni dei movimenti senza essere violata al rialzo in tempi ragionevolmente contenuti, di diventare una forchetta di lungo periodo. La seconda chiave di lettura – non necessariamente alternativa – è un po’ più tecnica ma implica gli stessi risultati : il QE ha determinato un notevolissimo deprezzamento dell’euro rispetto al dollaro, e la sovraperformance dei listini europei rispetto a quelli americani non ha fatto altro che ricalcare l’andamento del cambio.
A questo proposito un inciso : se rileggi attentamente ciò che ho scritto, ho detto che appare una forzatura sostenere che il trend sia a rialzo aggiungendo però subito “certo quello di lungo periodo”, ossia non mettendo in dubbio che quest’ultimo “ancora” lo sia. E qui, permettimi una parentesi di confronto tra il tecnico e il didascalico, che avanzo davvero con l’intenzione di capire. Anche la definizione di interruzione di un trend rialzista offre un esempio di quell’ambiguità dell’AT di cui parlavo prima. In genere un’inversione avviene secondo questa successione : 1) si registra la rottura al ribasso della trendline ascendente con un minimo più in basso della trend, che però (attenzione) può comunque essere ancora superiore rispetto al minimo precedente ; 2) si avvia un rialzo (rimbalzo) che porta a testare al basso la trendline rotta (divenuta resistenza) con formazione di un massimo che è però inferiore a quello precedente; 3) si ha un nuovo movimento ribassista che porta a un nuovo minimo, stavolta anch’esso inferiore rispetto al precedente. Ora, secondo l’AT per decretare un’inversione in modo completo e ortodosso dovremmo attendere che si siano sviluppate tutte le fasi sopracitate, ossia rottura della trendline, primo massimo decrescente e primo minimo decrescente.
Ora, il concetto che volevo esprimere quando parlavo di “forzatura” (termine che ti ha un po’ contrariato) è in realtà il seguente: posso essere d’accordo con questo quando si tratta di verificare eventuali inversioni di breve o anche di medio periodo, ma la cosa diventa assolutamente pericolosa (e in tal caso bisognerebbe allertarsi già alla semplice violazione della trendline, ossia al primo stadio) quando sta per essere messo in discussione il trend i lungo periodo : questo per il semplice fatto che tutto è rapportato in scala al timeframe, sicchè uno stop loss di breve periodo corrisponde magari a un 3%, uno di medio a un 10%, mentre uno di lungo periodo al 20% : francamente troppo gravoso. Sarebbe in sostanza come dire che per “arrendersi” all’evidenza di un’eventuale inversione di lungo dovremmo aspettare di scendere nettamente sotto i 18000 punti, impassibili di fronte a tutto il resto. Lecito, per carità ; ma sto solo avanzando la mia opinione che per un “normale” investitore sia difficilmente sopportabile. La formalità tecnica non sempre va d’accordo con l’operatività sostanziale.
Tu dirai : ma perché considerare un’inversione fasciandosi la testa prima di essersela rotta ?
Ecco, potrei rispondere che, se guardiamo ai fatti OGGETTIVI, non possiamo non notare che oggi ci troviamo, NONOSTANTE un QE in atto fin da allora e per giunta già procrastinato di ulteriori sei mesi, con gli indici agli stessi livelli di quando fu annunciato, e addirittura più in basso di quando ne è iniziata l’attuazione. Di fronte a questa constatazione, lascio all’onestà intellettuale di chiunque concludere se il QE sia stato (e sia) efficace oppure no come sostegno alle quotazioni azionarie (posto che comunque si è già dimostrato fallimentare rispetto allo scopo dichiarato di reflazionare l’economia).
Sembra cioè che il QE sia stato un fattore esogeno che ha semplicemente spostato di un anno – al 2016 – quello che sarebbe altrimenti stato l’andamento “naturale” delle Borse nel 2015: anno durante il quale, curiosamente, gli indici americani sono rimasti infatti praticamente cristallizzati a guardare l’Europa, come fosse un anno di ibernazione anch’esso trascorso in attesa di intraprendere, con 12 mesi di ritardo, un movimento che di per sé era già maturo.
L’osservazione appena fatta mi porta direttamente all’altro discorso sui fattori pro-equity che – come sai – io non ho mai condiviso come “argomentazioni” trovandoli abbastanza tautologici ed inconsistenti. Riconfermo ed anzi ribadisco con convinzione anche maggiore questo giudizio proprio alla luce dei fatti : se il QE è efficace, perché ci stiamo ritrovando al punto di partenza ? se la Borsa non ha alternativa, com’è possibile che i soldi ne fuggano a tale velocità, e per andare dove ? se il trend è “saldamente rialzista”, perché siamo ridotti per il secondo anno consecutivo a stare appigliati con le unghie e con i denti agli ultimissimi supporti utili a poterlo considerare ancora tale ?
Il punto è che anche tu hai spesso dimostrato di avere ben chiare – come e talvolta persino più di me – le “condizioni al contorno” che occorre considerare per avere un quadro d’insieme magari meno roseo ma sicuramente più realistico. Ciò che probabilmente ci divide è semplicemente il fatto che le stesse problematiche sono state considerate da te “residuali”, mentre per me sono sempre restate centrali.
Alcuni esempi:
a) hai sempre sostenuto il principio dei “vasi comunicanti” per giustificare la carenza di alternative, salvo però ammettere che il deleveraging (cioè un processo di smaltimento del debito pregresso) inficerebbe questo principio perché implicherebbe una distruzione – e non più solo uno spostamento – di quel denaro “creatosi” attraverso il debito stesso. Bene: la mia opinione è che tale processo di deleveraging prima o poi è destinato ad avviarsi ; forse la tua, a giudicare da come ne marginalizzi la rilevanza, è opposta (ma in tal caso mi domando : dunque non avverrà mai ?);
b) Ancora : in un commento hai definito l’ipotesi deflazionistica “lecita” ma improbabile; anche su questo siamo in contrasto, per me è altrettanto lecita (ma anche altrettanto improbabile) quella inflazionistica. Il punto è che la mia ipotesi è suffragata da dati oggettivi (quelli dell’inflazione; quelli dell’inefficacia del QE; soprattutto quelli del prezzo del petrolio e delle commodity);
c) altro esempio, appena nominato: il prezzo del petrolio. Tu ne consideri determinante una ripresa, questo anch’io: la differenza sta nel fatto che tu ritieni questo probabile mentre io no, e proprio perché sta alla base della mia ipotesi deflazionistica che vede una carenza di domanda sommarsi ad un eccesso di offerta. Maggior efficienza energetica (vedi consumi automobili); vincoli sempre più stringenti ai combustibili fossili con effetti retroattivi sugli investimenti (vedi obiettivi climatici e scadenze per un’economia carbon free); rallentamento economico o più semplicemente maturazione delle economie emergenti (Cina in primis) dove il valore aggiunto tende via via a dematerializzarsi dai prodotti ai servizi …sono tutte ragioni di tipo “strutturale” che supportano un calo della domanda ; e se poi si aggiunge la guerra dei prezzi sul lato dell’offerta, l’effetto sul prezzo del petrolio non può che essere al ribasso.
Con tutto ciò che oltretutto ne consegue su società di un intero settore che rischia di ritrovarsi sotto una montagna di investimenti sballati, come pure le banche che li hanno finanziati.
Ora : è chiaro che se uno pone a base dei propri ragionamenti ipotesi tutte ottimistiche su tutti i fronti (“SE il QE funziona ; SE il develeraging non c’è; SE torna l’inflazione; SE il prezzo del petrolio si riprende”, e allora già che ci siamo aggiungiamoci pure “SE l’euro si deprezza ancora i più; SE il terrorismo scompare; SE il clima torna normale; SE la Borsa cinese non crolla; ecc. ecc. ), allora è ovvio che non può vedere altro che rosa. Lo farei anch’io, lo farebbe chiunque.
Il punto è che considerare indistintamente improbabili tutte le suddette variabili è, paradossalmente, proprio la cosa più improbabile che si possa mettere in conto. Alcune si riveleranno tali ; ma tante altre (e molte non le ho neppure elencate) sicuramente no.
Per quanto mi riguarda, non credo si possa ignorare il messaggio di un mercato che fa registrare le peggiori performance pluridecennali (vedi Italia) o addirittura assolute (vedi Usa) proprio nel periodo stagionalmente più favorevole, e le statistiche associate a questi “messaggi”…che sono poi in fondo – mutatis mutandis – le stesse alla base del calcolo dei pivot annuali.
Tutto quello che mi rimane da scrivere lo rimando ad altro post perché già questo è più che saturo.
Ciao.
Andrea
PS: ovviamente (anche considerano la lunghezza del messaggio) puoi anche non pubblicarlo e -se ritieni di volermi rispondere – farlo per e-mail e con tutta la calma che vuoi.
Ciao Andrea,
cerco di andar per ordine ma, vista la lunghezza del commento, premetto che sintetizzerò.
Se non toccherò punti di tuo interesse, fammelo presente.
Premessa: probabilmente la mia risposta è stata molto poco diplomatica e per alcuni tratti forse è andata fuori dalle righe.
Per uno come me che ha impiegato diverso tempo per imparare a domare (o perlomeno a contenere) quell’inconsapevole inclinazione che ogni investitore ha nell’interpretare i concetti grafici in funzione di ciò che si vuol vedere, non è piacevole sentirsi dire (e non è la prima volta) in modo più o meno velato di servirmi di quel margine di ambiguità che l’analisi tecnica presenta per avvalorare una mia tesi.
Fermo restando che tale inclinazione fa parte dell’essere umano ed è sempre in agguato.
Il secondo aspetto che non ho gradito è che spesso mi capita di confrontarmi o semplicemente leggere commenti di professionisti e non del settore finanziario criticare l’analisi tecnica.
Fin qui nulla di strano ma ciò che non mi spiego è come una persona che segue con costanza un blog che pubblica prevalentemente analisi grafiche la critichi in modo così convinto.
Inoltre, ripeto, troppe volte ho avuto la sensazione che molte critiche (parlo in generale) provenissero principalmente da parte di chi voleva semplicemente giustificarsi la pigrizia di studiare una materia.
Di certo mi sarebbe piaciuto che con la stessa decisione con cui oltre un anno fa contestavi la mia positività sul mercato, a fine inverno del 2015 avessi riconosciuto di averci visto male (un po’ come quando io ammetto che la mia visione non è rispettata dai mercati).invece di cadere nel silenzio per mesi.
Proseguiamo.
Se finora ho pubblicato ogni tuo commento è perché ho ritenuto giusto farlo e non v’è tuttora alcuna intenzione di cambiare politica anche perché non ho mai notato un approccio maleducato.
Personalmente ritengo utile il confronto anche (e soprattutto) con chi ha opinioni diverse purchè il confronto sia costruttivo (e con te lo è).
Chi non ama il confronto è una persona insicura delle proprie convinzioni, ed io non lo sono.
Per quanto riguarda il TREND, io nell’analisi mi sono limitato a specificare che quello di lungo termine è rialzista.
Ammetto che la definizione del trend è un tema talvolta ambiguo… io stesso, forse, in alcuni casi avrei difficoltà a definirlo in alcuni casi limite.
Tuttavia, considera che un trend primario rialzista deve prevedere una sequenza di minimi e massimi crescenti di almeno un anno e tali requisiti sono rispettati nel caso specifico.
La forchetta di lungo termine ha governato brillantemente (fino a qualche giorno fa) il trend primario, ma la sua perforazione non significa che il trend non esista più perché i requisiti precedentemente elencati sono tuttora osservati.
Ovvio che la rottura di un riferimento tecnico di lungo termine così importante rappresenti un aspetto alquanto negativo, anche solo perché ci priva di un riferimento grafico che ci forniva una certa sicurezza (anche se il termine ‘sicurezza’ negli investimenti non è appropriato).
Proseguiamo.
Il principale driver che muove i flussi all’interno del sistema dei vasi comunicanti è la convenienza.
Per logica, i flussi si dirigono verso gli asset più convenienti (o meno sconvenienti).
Tuttavia, esistono alcune fasi in cui viene meno il concetto di convenienza e prevale il sentiment (panico, euforia), ed in tal caso, per esempio, gli investitori si rifugiano su BUND con rendimenti anche negativi, incuranti del valore ma spinti dall’emotività.
Pertanto, gli aspetti positivi si fanno sentire nel caso in cui il sentiment è positivo, mentre vanno in secondo piano quando subentra il panico.
Ciò premesso, nel medio termine, se un asset è conveniente ed ha già una tendenza primaria rialzista, ogni correzione, per quanto violenta, rappresenta un’occasione di acquisto, anche se non sempre, ahimè, si riesce ad intercettare il punto preciso di ripartenza (ne è un esempio quanto sta accadendo in queste settimane).
Mi riferisco all’equity ed in particolar modo ad alcuni indici.
L’investitore (non il trader) ricerca il valore.
Una volta trovato valuta il trend (nel caso delle materie prime c’è valore ma i diversi trend sono negativi ed è assai rischioso un ingresso deciso in controtendenza).
In merito al processo di deleveraged, non ho dubbi che prima o poi tale processo sia destinato ad avviarsi (è ovvio), ma questa è una considerazione che poteva essere fatta anche 2/3 anni fa, e nel frattempo le borse sono volate.
Inoltre, considera che studiando il passato l’inversione (non correzione) azionaria è preceduta di diversi mesi dall’inversione del mercato.
Nel momento in cui il calo del mercato obbligazionario (con rialzo dei rendimenti) ricrea valori sui bond, il mercato azionario diventa meno interessante e soggetto al rischio di inversione.
Ai mercati manca tutta quella fase in cui cala il mercato obbligazionario e, almeno guardando il passato, una parte dei flussi in uscita alimenta l’equity e tale fase, visto che il rialzo dei tassi sarà graduale, è destinata ad essere piuttosto lunga.
Fermo restando che nelle fasi di panico gli asset rischiosi (come l’equity) non sono premiati.
E ferma restando la consapevolezza che non sempre le cose si ripetono ma, il compito di chi investe e di chi fa analisi è quello di stabilire lo scenario più probabile.
In merito all’ipotesi deflazionistica, devo precisare che non è uno scenario che sottovaluto (anzi), ma al momento (in futuro ovviamente potrei essere costretto a cambiare opinione) non lo ritengo possibile al punto tale da considerarlo centrale nella costruzione di un portafoglio.
Se tu (lecitamente) sei dell’avviso opposto, dovresti imbottirti di bond.
Ad ogni modo, il recente rialzo dei tassi della FED (ed il rialzo dell’inflazione USA degli ultimi 7/8 mesi) implica la convinzione che lo scenario deflazionistico non è, al momento, una preoccupazione concreta.
La mia visione non si basa sui ‘SE’ ma su dati oggettivi e sulle probabilità indicate dall’analisi del passato.
Mi spiego: il QE è un dato oggettivo che implica l’iniezione di denaro all’interno del sistema finanziario (il contrario del deleveraged).
La carenza di alternative è un altro dato oggettivo.
La curva dei rendimenti positivi è un dato oggettivo (in passato il mercato azionario ha invertito esclusivamente in presenza di una curva appiattita/invertita).
Il mercato immobiliare americano (che ha anticipato diverse inversione) è a livelli opposti da quelli che in passato hanno anticipato un’inversione.
Secondo me (non lo dico per criticare ma perché vedo in te una persona intelligente) nel momento in cui metterai in dubbio alcune tue convinzioni, avrai tutte le capacità per comprendere le logiche che guidano i mercati, fermo restando che nessuno ha la certezza di conoscere il futuro.
Ritengo che la lunghezza della mia risposta ed il tempo dedicato (nonostante una notevole stanchezza che ho ormai da qualche settimana) siano molto più significative del contenuto stesso.
Buona serata.
Riccardo