Lo S&P 500  ha chiuso la seduta a 2.786 punti, registrando un +1,74%.

L’ultima seduta ha consentito al listino americano di registrare un rialzo settimanale (+3,54%) non distante da quello del nostro indice (+3,8%).

Probabili nuovi allunghi nel corso della prossima settimana.

S&P 500 – medie mobili

Successivamente alla violenta correzione di inizio Febbraio abbiamo assistito ad un recupero che ha consentito all’indice di portarsi ad un certo margine di sicurezza dalla media mobile a 200 giorni, importante punto di  controllo.

Si rafforza lo scenario ipotizzato già a metà Febbraio, ossia di una inversione stile 2000 e 2007:

  1. correzione profonda;
  2. recupero di 2-5 mesi nei pressi dei massimi;
  3. tonfo.

In buona sostanza, il punto 1 può essere letto come quel che è stato un semplice assaggio/avvertimento di quel che poi è successo con dimensioni molto più estese dopo qualche mese.

Il punto 2, invece, per i più lungimiranti si è rivelato una generosa occasione (l’ultima) per liquidare a prezzi elevati, mentre per gli altri la classica bull trap.

Ipotizzando la ripetizione di tale schema, attualmente ci troveremmo al punto 2, risalita che dovrebbe condurci ad Aprile/Luglio intorno all’area dei Top di fine Gennaio (nel caso, non mi stupirei di assistere ad un temporaneo sforamento della stessa).

Dopo di che, sempre seguendo lo schema, peraltro in coincidenza di una stagionalità sfavorevole, inizierebbe un calo privo di rimbalzi (come l’attuale) in grado di alleggerire a prezzi convenienti.

Fino a che non scatteranno segnali contrari, è ragionevole mantenere sul tavolo come scenario questa ipotesi.

Si evidenzia inoltre che esistono precedenti (2007) in cui il nostro Ftse Mib anticipò il calo di qualche mese rispetto allo S&P 500.

Infine, si ricorda che l’eventuale rottura netta della media mobile a 200 giorni rappresenterebbe un chiaro segnale di pericolo che indebolirebbe l’ipotesi di una discesa stile 2000 e 2007.

Si conclude ricordando per l’ennesima volta che si scrive con la piena consapevolezza che qualsiasi analisi non consente di prevedere con certezza i mercati ma, molto più semplicemente, permette di identificare gli scenari più probabili, monitorarli e muoversi di conseguenza.

Riccardo Fracasso

 

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