From the daily archives: lunedì, Settembre 26, 2011
Nel finesettimana si è diffusa la voce di un piano da 3.000 miliardi di euro per allargare il Fondo Salva Euro (EFSF) col fine di sostenere le banche più fragili nel caso di fallimento pilotato della Grecia.
In sintesi, le autorità economiche si sarebbero rassegnate al default della Grecia e vorrebbero prepararsi a contenere le conseguenze sui creditori più deboli.
Trattasi, al momento, di semplice rumor.
A mio avviso, se l’ipotesi fosse confermata, non farebbe altro che rafforzare la tesi secondo la quale lo scenario che stiamo vivendo sia davvero drammatico.
Innanzitutto va detto che da mesi le banche hanno attuato operazioni (per es. aumenti di capitale) per osservare i criteri stabiliti da Basilea III.
Ma se tali parametri sono rispettati, perchè si parla di problemi di liquidità degli istituti finanziari?
Semplicemente perchè il livello minimo di capitale ad alta qualità (core tier 1) è costituito anche da titoli di stato emessi da Paesi in difficoltà (per es. l’Italia) contabilizzati al prezzo di acquisto e non a quello di mercato e, nel caso di panico, verrebbero liquidati ai prezzi di mercato, decisamente più bassi.
Si avrebbe così un ritorno alla realtà dopo 2/3 anni di bilanci falsi.
Chiarisco: il ‘ritorno alla realtà’ lo ritengo un male assolutamente necessario, ma è comunque bene precisare che sarà una strada molto dolorosa.
Inoltre, l’eventuale liquidità sarebbe comunque prestata e non regalata alle banche ed esporrebbe a rischi notevoli i creditori (quindi la BCE).
Per un approfondimento delle modifiche apportate da Basilea III e dei principi di contabilizzazione si rimandano i lettori alle Conclusioni del Check del 17 dicembre 2010.
Grafico:
Il Ftse Mib ha chiuso a 14.119 punti registrando un + 3,32%.
Il Detrended non fornisce indicazioni rilevanti.
Ultime sedute:
La 7+5 è stata leggermente sopravanzata dall’indice ma non abbastanza per potersi già ora considerare rotta; inoltre, anche in caso di rottura, resterebbe ancora la 25+5 da superare.
L’unica modifica ufficiale apportata dal consistente rialzo odierno è rappresentata dalla chiusura completa di quel gap (14.120 punti) che recentemente avevamo evidenziato.
In sintesi, ora i venditori hanno un motivo in meno che li trattenga dal vendere.
Ancora una volta l’attenzione dovrà esser rivolta allo S&P; 500: se dimostrerà la volontà di chiudere il suo gap a 1.166 punti, probabilmente proseguiremo il recupero anche noi, ma sarà ugualmente difficile avere una chiusura che consenta al Ftse Mib di uscire (verso l’alto) dal canale ribassista e superare anche la 25+5.
Un’ultima annotazione: il rimbalzo odierno è sicuramente molto consistente ma è stato registrato di lunedì, per cui è bene prestare molta attenzione perchè, come più volte detto, non è raro che i forti movimenti di inizio settimana nascondino falsi segnali.
Riccardo Fracasso
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