From the monthly archives: Settembre 2011
Nell’ultimo post dedicato allo S&P; 500 si era detto che il solo trend di medio rimaneva negativo.
Grafico:
L’indice americano ha chiuso a 1.209 punti registrando un +1,72%.

Ultime sedute:

Come si può notare anche la 7+5 è stata messa sotto i piedi dall’indice.
Ora, le tendenze dello S&P; sono tutte positive e non possono che farci dire che è ben probabile che si continui a salire.
I livelli del Detrended non solo tali da segnalare ipercomprato.
La chiusura di ieri sera coincide coi massimi, il che rende probabile che nella seduta successiva vi sarà un ulteriore allungo; che poi questo allungo sarà mantenuto in chiusura non è cosa certa.
Si è saliti senza disegnare alcun gap che potesse in qualche modo ‘trattenere’ il rialzo.
Inoltre, l’indice si muove all’interno di un bel canale rialzista.
Sebbene sarebbe molto preferibile dar indicazione solo a settimana conclusa, so bene che chi legge analisi già ora si aspetta delle indicazioni.
Faremo una sintesi del quadro generale che potrebbe aiutare a prendere delle decisioni.
Per quanto riguarda lo S&P; 500, esso presenta, come ampiamente spiegato, una impostazione grafica molto positiva.
Tuttavia, il rimbalzo potrebbe (forse dovrebbe) incontrare delle difficoltà nell’area di resistenza 1.230/1.250 punti; se il recupero dovesse esaurirsi a tale livello, esso dovrà esser considerato come un movimento rialzista con valenza negativa.
Il Ftse Mib, al contrario, continua ad avere una tendenza di medio/lungo periodo negativa.
Ad ogni modo, la recente rottura di area 14.199 punti costituisce un segno di grande forza.
Inoltre, abbiamo già avuto modo di vedere come lo S&P; 500 sia stato in grado di trascinare in alto il nostro listino.
Non scordiamoci che a 15.034 punti si andrebbe a colmare completamente il gap aperto il 7 settembre.
Venendo al dunque, se io detenessi posizioni long sullo S&P; 500 non avrei dubbi sul tenerle ancora aperte con obiettivo  1.230/1.250 punti.
Per quanto riguarda l’indice italiano, le idee diventano meno convinte a causa di elementi tra loro contrastanti.
Molto dipende dal profilo di rischio.
Chi ha effettuato l’operazione come cassettista, o è disposto a diventarlo, a mio parere non ha grossi motivi per chiudere le posizioni ribassiste.
Gli altri investitori, invece, possono decidere se:
  • chiudere già in mattinata, col rischio che il mercato inizi a scendere sotto il peso della 7+5 e della 25+5;
  • attendere la conclusione della settimana, col rischio di chiudere a prezzi meno convenienti degli attuali;
  • aspettare di vedere il comportamento dello S&P; 500 vicino all’area 1.230/1.250 punti e quindi decidere, col rischio, anche in tal caso, di chiudere a prezzi ancor meno convenienti degli attuali.
Solitamente, nei casi di incertezza, è consigliabile vendere, attendere e, mal che vada, acquistare a prezzi più alti ma con un quadro più lineare.
Con quest’ultima frase non voglio influenzarvi, anche perchè per prendere tale decisione, dovete esser voi a capire se preferite correre il rischio di acquistare ad un prezzo superiore, o quello di veder i vostri investimenti deprezzarsi per un certo periodo.
A render ancor più incerto lo scenario, v’è l’attesa conferenza americana in cui il 20-21 settembre Bernanke comunicherà eventuali interventi della Federal Reserve.
Riccardo Fracasso
 
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