Partiamo subito col grafico del Ftse Mib:
 
 
 
Il nostro indice ha chiuso a 15.218 punti, registrando un +0.97%.
 
 
Dopo l’annuncio di martedì di Berlusconi, si è iniziato a pensare quale potesse essere il futuro politico dopo di lui.
Le ipotesi principali erano e sono due: una maggioranza di larghe intese con a capo un primo ministro tecnico o il voto.
I mercati, come recentemente ricordato, non amano l’incertezza.
Ciò premesso, la soluzione che tra le due prevede minor indecisione è quella della maggioranza di larghe intese.
Il voto, a causa della campagna elettorale, avrebbe avuto luogo non prima di febbraio: troppo tempo considerata l’impellenza dei problemi che stanno mettendo in ginocchio l’Italia.
 
Nel corso della giornata ha preso quota l’ipotesi di un governo presieduto da Mario Monti (economista).
Pertanto, nonostante vi siano ancora molti pareri contrari (Lega, IDV, ecc.) sembrerebbe (il condizionale è d’obbligo) che si stesse concretizzando l’ipotesi meno incerta. 
Ecco perchè il nostro listino azionario e quello obbligazionario (il rendimento decennale è sceso a 6,896%)  oggi hanno dimostrato di apprezzare.
 
Non va però scordato che anche con un governo tecnico i problemi non svanirebbero.
L’attuale rendimento decennale, seppur in calo rispetto a ieri, rappresenta comunque un conto salatissimo per l’Italia.
Inoltre, la discesa è stata favorita dall’intervento della Bce, che non potrà durare in eterno.
Insomma…non vorrei che le persone si illudessero che se arrivasse, come sembra, Monti ci sveglieremo improvvisamente da un incubo.
L’incubo durerà a lungo.
 
Giusto per tornare alla realtà, vi dico che proprio oggi l’Unione Europea ha affermato che in base ai suoi calcoli le recenti manovre consentiranno all’Italia di portare nel 2013 il rapporto deficit/PIL all’1,2% e non di raggiungere il pareggio di bilancio come stimato (sperato?) da Tremonti. 
 
Si segnala inoltre che, salvo nuove disposizioni da parte della Consob, con domani termina il divieto delle vendite allo scoperto.
 
Infine, da evidenziare che il rendimento decennale francese è salito al 3,41%, ben distante dalla soglia del 7%, ma ciò che preoccupa è la tendenza al rialzo, a dimostrazione che l’attuale crisi non è circoscritta a pochi Paesi, ma all’intero occidente.
Giusto ieri avevo scritto: ‘Non escludo che altri Stati ben più solidi del nostro, in un futuro prossimo, seguano un tragitto simile a quello già percorso da noi’.

 
 
Ultime sedute:
 
Un rialzo di 0,97% è un buon rialzo ma che si ridimensiona se si pensa che nel corso di seduta si era giunti a guadagnare anche un 3,47%.
 
Per di più, la 7+5 e la 25+5 restano ampiamente sopra il Ftse Mib, il che significa che il trend di medio e quello di lungo rimangono saldamente impostati al ribasso.
Considerata la consistente distanza tra le medie mobili spostate ed il nostro indice, il trend di medio e quello di lungo termine sono in grado di sopportare anche rimbalzi significativi senza invertire al rialzo.
Difficile ipotizzare una loro inversione in un contesto come quello attuale.
 
Tra tanti elementi negativi, però, da evidenziare che anche oggi si è scesi leggermente sotto i 14.920 punti (minimo a 14.867 punti) per poi risalire. 
In buona sostanza, si è avuta un ulteriore conferma della validità di tale supporto.
 
Riccardo Fracasso
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