Ieri sera abbiamo accennato alla possibilità che un aiuto, per i ribassisti, potrebbe giungere dagli Stati Uniti.
Di conseguenza, andiamo ad analizzare approfonditamente lo S&P; 500.
Grafico:
Lo S&P; 500 ieri ha chiuso a 1.219 punti (+0,49%).
Al contrario del nostro Ftse Mib, per quanto riguarda l’indice americano il Detrended (parte inferiore del grafico) segnala chiaramente ipercomprato.
Un altro elemento è dato dalla media mobile 25+5: lo S&P; 500 ieri, dopo averla superata, è poi tornato sui suoi passi.
Inoltre, il massimo segnato (1.230,71) è molto vicino al ritracciamento di Fibonacci del 50% posto a 1.236,1 punti.
Andiamo ora ad osservare l’ultimo mese di contrattazioni:
Lo S&P; 500 ha segnato un minimo a 1.101,54 (punto A), poi è rimbalzato fino a 1.208,47 per poi ridiscendere fino a 1.121,09.
In base a tali valori, applicando i rapporti di Fibonacci è possibile individuare gli obiettivi del rialzo in corso.
Il primo, a 1.187,17, è già stato superato, quindi non ha più rilevanza.
Il secondo, a 1.228,02 è pressochè coincidente, guarda caso, col massimo segnato ieri (1.230,71).
Il terzo, il più ambizioso, è posto a 1.268,87; il fatto che tale soglia   coincida col ritracciamento del 61,8% di Fibonacci (1267,8 punti – indicato nel primo grafico) ne conferma la validità.
Tuttavia, riassumendo, lo S&P; 500 presenta il seguente quadro:
  • è in ipercomprato;
  • ha sforato la media mobile 25+5 per poi tornare sui suoi passi;
  • ha sfiorato il ritracciamento del 50% di Fibonacci per poi scendere (primo grafico);
  • ha raggiunto il secondo obiettivo di estensione, che, statisticamente, risulta esser il più delle volte quello corretto.
Non si esclude che l’indice americano possa allungare verso il terzo obiettivo, ma già ora sono diversi gli ostacoli per lo S&P; 500.
E’ bene monitorare.
Riccardo Fracasso

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