Riassumiamo:
da mercoledì scorso abbiamo rivolto lo sguardo agli Stati Uniti, ipotizzando la possibilità che lo S&P; 500 potesse esser respinto dalla media mobile 25+5.
Giovedì si è constatata l’effettiva difficoltà dell’indice americano a proseguire il rialzo, individuando diversi ostacoli.
Ieri, infine, si è sostenuto che un ribasso del nostro Ftse Mib sarebbe partito da un calo dei listini americani.
Ieri il listino americano ha chiuso registrando un -1,19% e, mentre scrivo, sta accusando un calo del 1,7%, confermando l’incapacità di superare la 25+5, ipotesi, come detto, avanzata mercoledì.
Veniamo al nostro grafico:

 

Il Ftse Mib oggi ha perso il 3,89% scivolando a 15.061 punti e avvalorando la tesi secondo la quale si sarebbe potuto vederlo solo dopo un cedimento dell’indice americano.
A questo punto, andiamo ad osservare con la nostra personale lente d’ingrandimento le ultime sedute:
Come si può notare, la rottura del massimo della scorsa settimana (15.392 punti) avvenuta mercoledì, si è rilevata una falsa rottura.
Solitamente, le false rotture, o più in generale le figure negate, producono un effetto opposto a quello iniziale.
Però, noi ribassisti, come non ci siamo depressi qualche giorno fa, non possiamo e non dobbiamo lasciarci trasportare dall’euforia ora.
Va infatti evidenziato che il vero segnale ribassista lo si avrà solo in caso di perforazione convinta del minimo di agosto (14.199 – vedi primo grafico).
Inoltre, la 7+5 è ancora sotto i nostri piedi; tuttavia, l’inclinazione verso il basso mi fa supporre che ci siano buone possibilità che il mercato ci scivolerà sotto.
Infine, abbiamo chiuso molto vicini ai minimi settimanali, il che rende probabile (non certo) che la prossima se ne segneranno degli altri.
Continueremo a monitorare.
Riccardo Fracasso
 

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