From the monthly archives: Settembre 2011
Se la seduta di ieri è stata pressoche irrilevante dal punto di vista tecnico, non possiamo certo dire altrettanto di quella appena conclusa.
Grafico:
Lunga candela rossa che tradotta in numeri vuol dire: chiusura Ftse Mib sui minimi giornalieri a 14.020 punti con tonfo pari a -4,93%.
Se ricordate, nell’articolo di mercoledì non c’eravamo scomposti di fronte ad un +4,24% sostenendo che al momento era prematuro, per i ribassisti, preoccuparsi poichè la 7+5 era ben sopra l’indice e di conseguenza il trend di medio restava saldamente ribassista.
La seduta odierna, che peraltro conclude la settimana vicino ai minimi, conferma quanto affermato due giorni fa e ci fa capire che la giornata di mercoledì era una trappola.
Il Detrended, nonostante in calo, non ci segnala ipervenduto, il che vuol dire che il mercato può tranquillamente proseguire la propria discesa.
Ultime sedute:
Il Gap?
Per colmarlo completamente era necessaio salire fino a 15.034 punti; s’è provato ma il rimbalzo ha arrestato la sua corsa a 14.920, chiudendolo solo parzialmente.
Insomma, si è fatto quel che si poteva, ma il problema è che c’era poco da fare.
Le medie mobili spostate, ampiamente sopra i prezzi, ci rivelano che il trend di medio e quello di lungo periodo sono saldamente ribassisti.
L’elemento più rilevante di oggi è la chiusura settimanale sotto i minimi dell’11 agosto (14.199 punti), che lascia ben poche speranze per i rialzisti.
In questo quadro generale, a mio parere, non v’è alcun motivo valido (nemmeno per i cassettisti) per mantenere o aprire posizioni LONG.
Non sono escluse sedute positive che possono esser sfruttate dai traders, ma l’obiettivo di fondo è evidentemente negativo.
In questi giorni le medie mobili spostate ci sono servite per controllare il trend, ma ora che è ben chiaro, il nostro compito diventa quello di individuarne gli obiettivi.
In realtà, li abbiamo già rivelati da tempo, ma avremo comunque modo di evidenziarli nuovamente e lo faremo molto presto, anche perchè costretti da un mercato come l’attuale, che si muove molto velocemente.
In giornata Juerger Stark, membro tedesco della Bce, si è dimesso, non condividendo la volontà della banca centrale europea di sostenere i titoli di stato emessi dai Paesi in difficoltà, tra cui anche la nostra Italia.
Appare evidente che Eurolandia stia risultando un fallimento, un’unione di Stati assolutamente diversi tra loro, legati solo da una moneta unica.
Riccardo Fracasso
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