From the daily archives: martedì, Agosto 9, 2011
Nell’articolo di ieri s’era parlato della conferma d’inversione dell’ormai ex trend rialzista.
S’era pure avanzata l’ipotesi di un’ apertura nel segno del panico con successivo recupero, che avrebbe potuto attendere le parole di Obama, prima di manifestarsi.
Ebbene, s’è aperto come previsto nel panico ma, nonostante le dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti, il panico non è mai svanito.
Risultato: chiusura dello S&P; 500 a -6,66%, la peggiore dal 2008.
 
 
Obama ha affermato che gli Stati Uniti saranno sempre considerati dal mercato un emittente AAA, nonostante il declassamento da parte di Standard & Poor’s, ma quanto vi conforterebbe sentire un oste parlar bene del proprio vino?
 
Al mercato servirebbe ben altro; dati buoni, misure concrete e risolutive …. ma visto che ciò non può avvenire perchè la situazione economica è peggiore di com’era nel 2008,  bisogna rendersi conto che le vendite che si sono abbattute nelle ultime settimane sui mercati azionari, rappresentano solo l’inizio di un ribasso che, a mio parere, porterà gli indici, entro qualche anno, a livelli inferiori ai minimi del marzo 2009.
La caduta sarà profonda anche perché l’entità del precedente rimbalzo è stata esagerata.
In poche parole, i mercati azionari erano e sono tuttora in bolla.
 
Tuttavia, ogni trend si muove a strappi e, nel suo manifestarsi, necessita di movimenti contrari per scaricare l’ipervenduto.
Sia chiaro che non esiste alcuna regola che vieti al mercato di scendere in picchiata e fermarsi solo all’obiettivo finale, ma, ripeto, di norma ciò non accade.
Interventi da parte delle banche centrali, sporadici dati positivi, la speculazione, o il raggiungimento di supporti importanti, fanno si che anche all’interno di violentissimi ribassi, ci siano sedute o anche intere settimane in cui gli acquirenti prevalgono sui venditori, dando vita a rimbalzi insperati.
La Grecia ne è un esempio, all’interno del cui crollo, si sono manifestati diversi rimbalzi e di buona dimensione.
 
Ad ogni modo, si parla di movimenti contrari al trend principale, non in grado di invertirlo.
Inoltre, la chiusura vicino ai minimi ci impone di  non escludere il proseguimento delle vendite.
D’altro canto, i fortissimi livelli di ipervenduto rappresentano un terreno fertile per i classici rimbalzi del gatto morto.
Oggi si riunisce la Fed  e  qualche sua misura a sorpresa potrebbe favorire il rimbalzo, anche se è difficile ipotizzzarne una in grado di farlo.
Di certo, ogni eventuale provvedimento produrrà effetti temporanei.
 
Riccardo Fracasso
 
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