From the daily archives: mercoledì, Agosto 10, 2011
Ieri s’è parlato del ‘rimbalzo del gatto morto’, prevedendolo nel caso dell’annuncio da parte della Federal Reserve di misure che avrebbero saputo sorprendere positivamente il mercato.
Innanzitutto la banca centrale degli Stati Uniti ha annunciato che l’attuale livello dei tassi (0-0,25%) rimarrà così straordinariamente basso per un periodo straordinariamente lungo: almeno fino a metà 2013.
Inoltre, ha dichiarato di esser pronta ad attuare altre misure a sostegno dell’economia seppur non specificando quali.
Bernanke ha affermato che l’inflazione nei prossimi mesi è prevista stabile e che la crescita economica si sta rilevando decisamente inferiore alle attese, con conseguenti crescenti rischi di ricaduta.
 
Ne esce un quadro poco rassicurante ma, paradossalmente, il mercato spesso dimostra di gradire un  peggioramento dell’economia se ciò avvicina nuovi interventi.
 
Il mercato sembra credere che tra le misure, di cui la Fed si è dichiarata pronta ad attuare in caso di necessità, vi sia anche una nuova quantitative easing (QE3).
 
Grafico dell’ultima giornata dello S&P; 500:
 
 
La banca centrale si è espressa verso le 20:00, e, come vediamo dal grafico, dopo un attimo di sbandamento l’indice americano ha preso decisamente la via del rialzo chiudendo la seduta sui massimi e registrando un sonoro +4,74%.
Insomma, il rimbalzo del gatto morto di cui si è parlato ieri, s’è effettivamente verificato.
 
Ritengo che i livelli di ipervenduto (tuttora molto alti) e la forte correzione delle ultime settimane (nonostante il recupero di ieri) siano tali da consentire una prosecuzione del rimbalzo.
In sintesi, ad eventuali operazioni LONG (mi riferisco anche al nostro listino) assegno buone probabilità di successo.
 
Tuttavia, si sta parlando di operazioni contrarie al trend di fondo che resta saldamente ribassista, per cui andrebbero attuate solo da investitori con un profilo di rischio alto.
Indispensabile inoltre l’uso di stop loss, ma non troppo vicino al prezzo di acquisto perchè, considerata la forte volatilità, potrebbe facilmente scattare. 
 
Allargando invece l’analisi sul medio lungo termine, le dichiarazioni della Federal Reserve non fanno che dar ancor maggior convinzione al mio già elevatissimo pessimismo in merito all’economia ed ai listini azionari.
 
Riccardo Fracasso
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