Venerdì l’Eurogruppo non ha dato il via libera all’erogazione della sesta rata (8 miliardi) del pacchetto di aiuti della Grecia, perchè vi sono dubbi in merito agli sforzi sostenuti dal Paese  per migliorare i bilanci.
La decisione è rimandata ad ottobre.
La rata è indispensabile per la sopravvivenza della penisola ellenica.
Venendo all’Italia, Moody’s ha dichiarato che continuerà la valutazione per un possibile declassamento del rating e cercherà di concludere  l’esame entro fine ottobre.
Ottobre, quindi, diventa una scadenza importante sia per la Grecia che per l’Italia, ma potremo dire anche per l’economia globale.
Il fallimento della prima ed il downgrade della seconda, infatti, aumenterebbero la sfiducia di molti debiti sovrani occidentali, alimentando ulteriori tensioni nei mercati azionari.
Alla luce di quanto detto, andiamo a vedere il grafico:
Il Ftse Mib ha chiuso a 14.087 registrando un -3,17%.
Ultime sedute:
Il supporto a 14.199 (linea blu) è stato ancora una volta perforato, il che va considerato come elemento negativo.
Ricordiamo ad ogni modo che se un supporto o una resistenza viene rotto in diverse occasioni, perde d’importanza.
Ne consegue che la resistenza a 14.920 punti (linea tratteggiata rossa) abbia una forza maggiore.
Passando alle medie mobili spostate, è evidente che la 7+5 abbia fatto sentire la propria influenza, tanto più aiutata dal mancato accordo dell’Eurogruppo.
Abbiamo quindi il trend di medio e quello di lungo impostati al ribasso.
Inoltre, il detrended è praticamente neutro, per cui è ben distante dall’indicare ipervenduto.
Il tutto in un contesto economico drammatico.
Tuttavia, nonostante lo scenario ribassista sembri ideale, non deve sfuggire che:
  • con la seduta odierna si è chiuso il Gap up a 14.142 creato il 15 settembre e si è aperto un Gap down che può esser colmato con un rimbalzo del Ftse Mib almeno fino a 14.538 punti. In buona sostanza, si è sciolta la catena che tratteneva il trend rialzista per stringerne una al collo del trend ribassista e, nell’ultimo mese, sono trascorsi ben pochi giorni tra quello in cui si apriva il gap e quello in cui si tentava di chiuderlo. Non scordiamoci inoltre che un altro gap down non è stato completamente coperto, mi riferisco a quello comparso il 7 settembre con massimo a 15.034 punti;
  • spesso i forti movimenti di inizio settimana portano con sè dei falsi segnali, seguiti da movimenti opposti; non che questa sia una regola fissa, ma nel quadro generale obbliga i ribassisti a tener ben alta la guardia;
  • si scende ininterrottamente dal 18 febbraio (da ben 7 mesi) e ciò che ritengo necessario per poter perforare il minimo del 9 marzo 2009 è proprio un buon rimbalzo che consenta agli operatori più avveduti di aprire posizioni short a valori più convenienti, mentre gli altri acquisteranno confondendo il recupero con un’inversione.
Mercoledì si pronuncerà Bernanke per comunicare eventuali interventi della Federal Reserve.
Non possiamo aspettarci annuncerà la soluzione alla crisi, ma abbiamo già visto che i mercati nel breve periodo a volte interpretano come meglio credono le notizie.Per di più, l’intervento congiunto delle banche centrali, per quanto possa aver evidenziato i problemi degli istituti finanziari, può contribuire a calmare le acque nel breve periodo.

In sintesi, personalmente non mi aspetto che già ora, con questo impulso ribassista, si riesca a perforare i minimi del 9 marzo 2009 (12.332), salvo il caso in cui siano diffuse notizie molto negative (per es. il fallimento della Grecia).
Pertanto, troverei finanziariamente più corretto sfruttare eventuali cali delle sedute di domani e magari di mercoledì per chiudere le posizioni ribassiste e mettersi liquidi prima del discorso di Bernanke.
Nel caso in cui il mercato dovesse smentirmi e proseguire la discesa sotto i 12.332 punti, decideremo se rientrare o meno.

Riccardo Fracasso
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