Partiamo subito col grafico dello S&P; 500:
L’indice americano ha chiuso a 1.204 punti (-0,98%), ad ogni modo a buona distanza dai minimi registrati a 1.188.
Il Detrended ha iniziato a scaricare l’ipercomprato.
UIltime sedute:
Come si può notare lo S&P; transita sopra la 7+5 e la 25+5, ad una distanza tale che consente ai trend di medio e di lungo periodo di sopportare cali anche abbastanza profondi, senza invertire la propria impostazione rialzista.
In questi giorni si è raccontato di Moody’s e del fatto che stesse (e stia tuttora) esaminando l’Italia per un possibile declassamento; ebbene, a sorpresa, questa notte è stata l’agenzia Standard & Poor’s a tagliare il nostro rating da A+ ad A mantenendone peraltro l’outlook negativo.
In tale contesto, aumentano le possibilità di un calo anche dello S&P; 500; tuttavia, pur non potendo escludere ipotesi peggiori, ritengo comunque più probabile una tenuta della 7+5 e della 25+5.
In tale contesto, tra oggi e, al più tardi, domani, potrebbe presentarsi l’occasione giusta per chiudere eventuali posizioni short del nostro indice.
Sia chiaro: sono ben consapevole della possibilità che la situazione precipiti all’improvviso favorendo la prosecuzione del ribasso, ma, considerati i motivi elencati nel mio ultimo post, e data la positiva impostazione di medio/lungo periodo dell’indice americano, ritengo sia più corretto liquidare nel caso si manifestassero dei ribassi in questi due giorni, prima che Bernanke si pronunci.
Nel caso invece di mancato calo, manterrei le posizioni aperte.
I cassettisti possono, in ogni caso, conservare eventuali posizioni short in essere.
Riccardo Fracasso
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