INDICI AMERICANI SOSTENUTI DAL PPT?
Alle 16:00 ore italiane, a Jackson Hole, Bernanke si è limitato ad affermare che la Federal Reserve dispone di una vasta gamma di strumenti che potrebbero essere utilizzati per fornire stimoli monetari aggiuntivi e che verranno considerati nell’occasione del meeting che si terrà il 20-21 di settembre.
In sintesi, come avevamo ritenuto probabile, nessuna QE3 e persino nessun altro intervento.
Tuttavia, i mercati, dopo una rapida e profonda discesa, hanno intrapreso la strada rialzista.
Lo S&P; 500, dopo esser arrivato a segnare un -2%, è infatti risalito e attualmente viaggia in terreno positivo a +1,3%
Tralasciando considerazioni di analisi tecnica, alla base di tale recupero non trovo alcun motivo che possa giustificare il recupero se non il seguente: un intervento del PPT (Plunge Protection Team).
In estrema sintesi, il PPT è un organismo degli Stati Uniti nato nel 1988 dopo il crollo del 1987, con lo scopo di evitare crolli simili proprio a quello verificatosi nel 1987, quando, in una sola seduta, il Dow Jones perse il 22,6%.
Esso, nei momenti in cui gli indici americani vanno a picco, interviene sostenendo il mercato tramite l’acquisto di derivati.
I suoi interventi sono segreti per cui non ci è dato sapere quando e se sono avvenuti.
Ciononostante, il movimento odierno, che ha visto prima una brusca frenata e poi un recupero nonostante le parole deludenti di Bernanke, si sposa perfettamente con l’ipotesi di un intervento del PPT.
E’ plausibile l’ipotesi secondo cui tale organismo, di cui fa parte lo stesso Bernanke, sapendo che a Jackson Hole si sarebbe scontentato il mercato, avesse già programmato di agire.
E’ un’ipotesi che, ripeto, non può nè esser confermata nè smentita vista la segretezza con la quale agisce il PPT.
Ad ogni modo, tale organismo può evitare crolli di singole sedute ma non è certo in grado di invertire un trend ribassista nè di ridurne gli effetti complessivi.
Ne consegue che, se oggi fosse realmente entrato in scena il PPT, il ribasso sarebbe ancora lì ad attenderci.
Nell’incertezza, però, è bene mantenere alta l’attenzione, anche per chi, come me, ha aperto posizioni ribassiste.
Per la cronaca il nostro Ftse Mib ha chiuso a 14.800 punti (-0,97%).
Riccardo Fracasso
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